di Moreno d’Angelo
«Torino capitale del veganesimo e dell’animalismo non può usare gli animali per fare soldi.
Noi non siamo per il no. Vogliamo che quella area, una delle zone più belle di Torino, sia ripulita e attrezzata come spazio verde pubblico. E’ già un habitat naturale per tanti animali senza bisogno di bioparchi». A parlare è Gualtiero Crovesio, esponente della Lav (Lega Anti Vivisezione) di Torino del coordinamento No Zoo, che riunisce tredici associazioni che non vogliono il bio parco MIchelotti in Corso Casale e contestano la concessione trentennale alla società Zoom, che già gestisce il bioparco di Cumiana. Questo accumulando, secondo quanto ribadiscono gli ambientalisti, debiti e perdite consistenti.
«Solo ora – dichiara Crovesio – le istituzioni si sono rese conto del quadro finanziario della società Zoom che si è aggiudicata il progetto, come unica partecipante al bando per una operazione da 15 milioni di euro. Una società che mostra conti che peggiorano dal 2011. Come si fa ad affidare un simile piano su base trentennale a una società di cui si ignora il buco di bilancio?».
Crovesio pone dubbi anche sui decantati grandi ritorni economici attesi dai promotori dall’operazione. Tra chi protesta, una lotta che va avanti dal 2014, trapela un certo ottimismo dopo l’ultima manifestazione con un presidio davanti al Comune.
Che qualcosa si muova, su un progetto che parrebbe ormai cosa fatta, lo dimostrano posizioni e iniziative di alcuni esponenti dell’ opposizione che, in modo trasversale, hanno sollevato critiche. Nel mirino la società Zoom e i suoi conti. Anche sul bioparco di Cumiana Crovesio ha qualcosa da dire: «Sarebbe dovuto essere un santuario per animali sequestrati o oggetto di maltrattamenti ma in realtà questo resta un fatto marginale. Un quadro che rientra in quello che viene definito green washing (una riverniciatura ambientalista)».
L’esponente della Lav lancia anche l’ allarme contro una tendenza che vorrebbe il Comune battere cassa attraverso la privatizzazione di altre aree verdi come il Meisino e Villa Gualino. Insomma con quella che definisce la svendita di perle del patrimonio ambientale torinese. La protesta non si ferma e per il cinque marzo le associazioni animaliste e ambientaliste No zoo promuovono una festa per le famiglie del quartiere davanti all’ingresso del Parco Michelotti. “Gli spazi verdi pubblici vanno gestiti e non svenduti senza animali reclusi” è il loro slogan.
A chi solleva la questione che nel bio parco non vi siano leoni, orsi, foche e gazzelle che impazziscono in gabbia ma un rettilario, una casa delle farfalle, animali di fattoria e uccelli da tutto il mondo con giochi per i bimbi la replica è: «Nessun animale va recluso e utilizzato per mero business». Questo contestando anche il ruolo di educatore e sensibilizzatore ambientale’ per un soggetto che scrive il comitato «colloca gli animali come se fossero un videogioco” senza alcun fine legato alla difesa degli habitat e, quindi, gli animali ricreando ambienti falsi per guadagnare lautamente da queste simulazioni». Su queste basi il comitato si è appellato anche a Piero Fassino attivando una raccolta firme sul web.
La realizzazione del bioparco che ha raccolto un consenso istituzionale molto vasto potrebbe riservare qualche sorpresa. In Comune si è elogiato il bioparco per i notevoli ritorni economici attesi , il flusso di turisti e famiglie, la rivalutazione dell’ area , i servizi alla popolazione , questo in un luogo storico lungo il Po che fino al 1985 ha ospitato lo zoo di Torino.
Le elezioni in arrivo potrebbero far emergere altre riflessioni.
Riportiamo l’elenco delle associazioni che compongono il Coordinamento No Zoo:
Oltre la specie Onlus; L.I.D.A.(Lega Italiana per i diritti degli animali); Pro Natura Torino; LAV (Lega Anti Vivisezione onlus); L.N.D.C. (Lega Nazionale per la Difesa del cane); Le Sfigatte onlus;
O.I.P.A. Italia onlus (Organizzazione Internazionale Protezione Animali); Salviamo il Paesaggio – Difendiamo i Territori – Comitato torinese; M.E.T.A.- Sezione di Torino; Progetto Sirio; Anima bestiale; Coordinamento Antispecista torinese; SOS Gaia.