La Crimea ancora al centro del ciclone. Questa volta secondo il portavoce del ministero della Difesa di Kiev, Vladislav Seleznev, anche una base militare ucraina nell’ovest della Crimea, è stata attaccata. Le truppe russe, dopo aver sfondato con un trattore il cancello della base della marina militare a Novoozerne, si sarebbero poi fermati di fronte militari ucraini armati.
Soltanto ieri, la Russia veniva esclusa dal prossimo G8, con delle sanzioni definite “ridicole” dal presidente Vladimir Putin seppure il ministro degli Esteri della Ue ha concordato sanzioni per ben 21 dirigenti russi e della Crimea responsabili dell’escalation nella penisola separatista.
L’autoannessione della Crimea alla Russia rappresenta ancora un grosso problema per gli altri leader mondiali, che considerano «il referendum della Crimea come una violazione del diritto internazionale», come ha più volte sottolineato la cancelliera tedesca Angela Merkel, che questa notte ha tenuto una lunga telefonata con il presidente degli Stati Uniti Obama, per discutere sulla questione. Hillary Clinton invece accusa: «Putin vuole riscrivere i confini dell’Est Europa».
Così, mentre l’Unione Europea decide di mettere a disposizione un altro miliardo di euro, a fronte dei 610 milioni già deliberati, per aiutare economicamente l’Ucraina, la Corte Costituzionale di Mosca ha dato il suo via libera al trattato internazionale con cui si sancisce l’ingresso della Repubblica di Crimea e della città di Sebastopoli nella Federazione russa.
Per il momento, quindi, sembra non esserci dialogo tra la Russia e il resto del mondo. Gli sforzi diplomatici vanno avanti, ma Putin non si ferma e incurante delle sanzioni e degli avvertimenti dell’Europa va dritto per la sua strada.
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