di B.B.M.
Astensionismi, antipolitica e distacco dai sistemi della rappresentanza. Questo il quadro italiano secondo Valentina Pazè, professoressa di Filosofia Politica di Governo all’Università degli Studi di Torino. Ed è proprio la risposta a queste domande che Pazè ha cercato nel suo nuovo libro “Cittadini senza politica. Politica senza cittadini” (Edizioni Gruppo Abele, 2016, collana i Ricci).
Il libro verrà presentato il prossimo lunedì 21 novembre alle ore 17.30 presso il Centro Studi Sereno Regis (Sala Poli, via Garibaldi 13, Torino).
«Siamo alla fine della democrazia rappresentativa, fondata su un rapporto di osmosi tra i cittadini e i loro rappresentanti? – si chiede Valentina Pazè – Gli elettori disertano le urne, i partiti si svuotano di iscritti e di militanti, la fiducia nelle istituzioni è ai minimi termini. In sintesi, i cittadini sono senza politica. In parallelo, la politica sembra non avere bisogno dei cittadini e risponde alla loro disaffezione con “riforme” decise da una oligarchia politica, economica e finanziaria spesso sovranazionale».
«Ciò pone una domanda di fondo: siamo alla fine della democrazia rappresentativa? La risposta è prematura, trattandosi di un’invenzione tutto sommato recente. Ma certo, in questo momento non ci sono molte ragioni per essere ottimisti. La possibilità di una ripresa, o di un nuovo inizio, dipenderà dal fatto che le strade dei cittadini e quelle della politica tornino, in qualche modo, a incontrarsi».