Carmine Civitate, proprietario del bar dell’Angelo in piazza Stampalia fu assassinato il 18 luglio 1979 a Torino da due terroristi di Prima Linea, Maurice Bignami e Marco Donat-Cattin, per vendicare due loro compagni uccisi dalle forze dell’ordine, alcuni mesi prima, nello stesso locale. Ora nel luogo dell’agguato, in via Paolo Veronese 340, è stata apposta una targa in sua memoria su iniziativa dell’Associazione Italiana Vittime del Terrorismo (AIVITER).
Carmine Civitate, immigrato calabrese, ex operaio specializzato della Fiat, aveva rilevato da pochi giorni il locale e non aveva nulla a che fare con i fatti che provocarono la ritorsione terroristica (tra il 1969 ed il 1984 la violenza terroristica provocò 361 morti e 750 feriti). Alla cerimonia di commemorazione erano presenti la moglie Francesca e i due figli, Gianluca e Roberto (che all’epoca dei fatti avevano 5 e 3 anni), il vice Presidente del Consiglio regionale del Piemonte Nino Boeti, il Presidente del Consiglio Comunale di Torino Fabio Versaci ed il Presidente della V Circoscrizione Marco Novello.
La moglie di Carmine Civitate, Francesca, e i figli Gianluca e Roberto