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sabato, 27 Luglio 2024

Corte dei Conti: giù il debito e sui disallineamenti nulla di nuovo

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di Andrea Doi

Come ogni anno la Sezione Controllo della Corte dei Conti piemontese restituisce il referto sulla gestione dell’anno precedente. Il documento è stato consegnato quest’oggi, un po’ a sorpresa, in Conferenza dei Capigruppo. In passato, infatti, l’amministrazione dava notizia dell’udienza pubblica sui propri canali ufficiali, mentre quest’anno – curiosamente – non è stata comunicata la data in cui la sindaca di Torino Chiara Appendino e l’assessore al Bilancio Sergio Rolando si sono confrontati con la Sezione di Controllo.

Il documento contiene i soliti rimbrotti al Comune in materia di residui attivi e passivi, di entrate non ripetitive e di difficoltà di riscossione, mentre conferma in positivo la riduzione del debito quale obiettivo imprescindibile per il risanamento del bilancio della città e il netto miglioramento del saldo di parte corrente. Non manca la tirata d’orecchie sui contratti derivati stipulati tra il 2001 e il 2006, peraltro dimezzati nel valore dalle amministrazioni “post-olimpiche” e sui quali anche la Giunta Appendino ha promesso una due diligence.

La vera novità riguarda la richiesta della Corte dei Conti di dare maggiore incisività al piano di razionalizzazione delle partecipate, adottato nel 2016 in ottemperanza alla legge 190/2014. In esso l’ente deve indicare le ragioni della scelta di mantenere o dismettere le partecipazioni, nonché gli indirizzi gestionali di ognuna di esse.

Le precedenti amministrazioni hanno attuato consistenti piani di dismissione, che hanno consentito sia di ottenere risorse importanti per risanare il bilancio, sia di operare una riorganizzazione gestionale delle società stesse. A dispetto dei piani di dismissione passati, leggendo la relazione, si comprende come non si sia ancora raggiunto un punto di equilibrio nella gestione del rapporto tra Città e partecipate. I rilievi della Corte, dunque, assumono un chiaro invito ad agire, mentre la nuova amministrazione oscilla tra efficientismo liberista e statalismo, non sciogliendo per ora alcun nodo al riguardo. C’è ovviamente spazio per il tema di Bilancio del quale ci siamo occupati approfonditamente nei primi mesi della giunta Appendino: l’ormai famosa vicenda dei disallineamenti tra debiti e crediti delle partecipate sui cui si concentrano le maggiori sofferenze finanziarie dell’Ente.

Resterà deluso chi aspettava una parola definitiva sulla questione: Corte dei Conti utilizza molti periodi ipotetici (“potrebbe profilarsi come un potenziale debito fuori bilancio”) e sembra avere poche certezze in merito, a conferma della complessità della vicenda. Vi è un rimando all’esame per l’anno successivo e la raccomandazione ad intervenire per mantenere un costante allineamento tra debiti e crediti delle partecipate.

Raccomandazione che, però, almeno per il primo Bilancio approvato da Appendino, rimarrà inascoltata: abbiamo infatti già dimostrato su queste colonne che la nuova Giunta, come la precedente, non ha corrisposto a fine anno le somme annuali che Infrato aspettava per la realizzazione della metropolitana (8 milioni su 23), né ha affrontato e risolto la questione del finanziamento a Gtt per l’acquisto delle motrici della linea 4. Oltre a questi “nuovi” disallineamenti la Corte dei Conti dovrà pronunciarsi sulle scelte spericolate della variazione di Bilancio targata Rolando, caratterizzata dall’utilizzo di entrate non ripetitive (oneri di urbanizzazione e multe) per finanziare la cultura (12 milioni).

La relazione della Corte dei Conti, che non prevede sanzioni per l’Ente, ma è ricca di raccomandazioni, conferma che il percorso di risanamento del Bilancio deve proseguire serrato. I primi sei mesi di gestione dei conti hanno dato un’impressione opposta: alla iniziale strategia del “paradigma vittimario” (è tutta colpa di chi c’era prima) è seguita dalla stagione dello “statalismo senza risorse”, che in seguito ai mugugni della base ha visto riaffermare le promesse di campagna elettorale.

Il tempo ci dirà se le scelte economiche della giunta pentastellata saranno in grado conseguire la riduzione del debito, la rimodulazione della spesa, la razionalizzazione delle partecipate e contemporaneamente essere all’altezza del programma e delle aspettative degli elettori a 5 stelle.

Per approfondimenti:

Assestamento di Appendino: nessun buco, più spesa e scelte ardite

Bilancio 2016: tutti i disallineamenti di Appendino

Meglio le torte dei Bilanci: lo statalismo senza risposte di Appendino

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