Scritto da Michele Paolino
Il governo Conte, Di Maio, Salvini si è insediato dopo 90 giorni e sorge spontanea la domanda: come ci vede l’Europa? Nel 2019 voteremo il nuovo Parlamento UE giunto alla sua scadenza naturale.
C’è una forte diffidenza. Per la prima volta in Europa occidentale e in un Paese membro fondatore dell’Unione europea assistiamo alla nascita di un governo di cui non fa parte nessuno dei partiti appartenenti alle famiglie tradizionali – democristiani, socialisti, liberali – ma è formato esclusivamente da forze politiche antisistema. Si aggiunga il fatto che tutt’e due queste forze fino a poco tempo fa si erano posizionate contro l’appartenenza dell’Italia all’euro e strizzavano l’occhio alla fuoriuscita del paese dalla Nato.
Il Premier Conte ha assicurato, durante la richiesta fiducia al Senato, che nulla di tutto questo accadrà ed ha rimarcato che per l’Italia è un onore il senso dell’appartenenza all’Interno dell’Ue, della Nato e dell’euro.
Con la volontà ferrea e ferma d’esser protagonista dal punto di vista economico,
sociale e culturale.
Salvini e Di Maio hanno passato i primi giorni da ministri mettendosi in scena come fedeli esecutori di quanto promesso a parole. Salvini ha scelto il campo a lui più consono, quello dei discorsi incendiari contro i migranti. Di Maio invece, ha dato subito un profilo sociale, “di sinistra”, al suo esordio da ministro, ricevendo una delegazione di riders e promettendogli misure contro la precarietà oltre al salario minimo.
Ma tutti e due, e con loro il premier Conte, sono attesi alla prova dei fatti. Godono di una solida maggioranza, si trovano di fronte partiti di opposizione storditi e in disarmo. Quindi non avranno scuse.