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sabato, 27 Luglio 2024

Comune, lunedì sarà battaglia sulla mozione per cancellare la cittadinanza onoraria di Mussolini

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Lunedì pomeriggio a Torino, verrà discussa la mozione avanzata da Michele Paolino, capogruppo del Partito Democratico, per la cancellazione dell’onorificenza di cittadino onorario a Benito Mussolini, scoperta nell’archivio storico della città solo qualche settimana fa. La notizia ha ovviamente suscitato stupore e sgomento, per una città da sempre considerata antifascista e legata a nomi come Piero Gobetti e Antonio Gramsci. Nuovasocietà ha chiesto il parere di chi da sempre studia il fascismo e il drammatico ventennio.
Claudio Dellavalle, docente universitario e presidente dell’Istituto Piemontese della Storia della Resistenza e della Società Contemporanea “Giorgio Agosti” (Istoreto), ha risposto così alle nostre domande.
Come spiega l’onorificenza di cittadino onorario a Benito Mussolini, da parte di una città antifascista come Torino?
Non ci ho visto nulla di strano. Semplicemente un atto dovuto, visto che è stato dato da un Comune commissariato. Potremmo parlare di giustizia politica.
Come mai secondo lei, il nome di Mussolini è rimasto nascosto per così tanto tempo senza che nessuno ne sapesse nulla?
Non penso ci sia stato un gioco particolare dietro. Accade spesso che queste cose rimangano nell’ombra per poi venire fuori dopo anni.
E cosa pensa della mozione avanzata dal Michele Paolino per revocare l’onorificenza?
Un atto sicuramente giustificato.
Crede che potrebbero esserci degli scontri e delle opposizioni all’eventuale cancellazione del nome del Duce tra i cittadini onorari?
Spero di no. È passato tanto tempo e credo che oggi si possa parlare tranquillamente e prendere delle decisioni al riguardo in modo democratico e pacifico. Mentre Antonio Caputo, avvocato per la Difesa della Costituzione e presidente del movimento di Libertà e Giustizia, nel rispondere alle nostre domande, coglie l’occasione per sottolineare alcuni aspetti legati alla questione della cittadinanza onoraria.
Quale è stato il suo primo pensiero quando ha appreso la notizia dell’onorificenza di cittadino onorario a Benito Mussolini?
In realtà sapevo già che molte città in Italia avessero concesso la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini, perché all’epoca era un gesto molto comune, ma trovo giusta e corretta l’istanza per revocare l’onorificenza soprattutto per rispetto delle vittime del fascismo e soprattutto alla vigilia della ricorrenza del 25 aprile. Applaudo inoltre chi ha avanzato l’istanza anche per un altro motivo: la sudditanza di certe amministrazioni comunali rispetto alla politica e in questo caso rispetto al fascismo devono essere superate. D’altronde la piaggeria e l’adulazione fanno da sempre parte della storia dell’uomo, ma con la cancellazione del nome di Mussolini tra i cittadini onorari sarebbe come dire “mai più vittime del potente di turno”.
La revoca è un gesto di consapevolezza e civiltà giuridica politico-amministrativa, solo il rifiuto di un certo periodo storico.
La cittadinanza onoraria è un riconoscimento molto importante e può essere conferita solo a chi lo merita veramente perché i cittadini devono potersi rispecchiare in chi la riceve. Solo una piccola e insulsa parte di cittadini si può rispecchiare in lui. Nel caso di Benito Mussolini quindi, non ha senso. Lui che non può che essere definito un criminale di guerra, non la merita e non l’ha guadagnata.
Secondo lei questa piccola parte di cittadini potrebbe creare problemi nel caso in cui il nome del Duce venisse privato dell’onorificenza?
Non lo escludo, casi isolati e da isolare, ci sono e ci saranno sempre, ma questi sono i nemici della Democrazia, esistono e sono una realtà.
Queste minoranze, la preoccupano?
In parte sì. L’estremismo è un problema col quale dobbiamo confrontarci quotidianamente, ma non bisogna dimenticare che la nostra Repubblica è nata dalla Resistenza e ha connotati antifascisti. La decisione finale sulla mozione per la cancellazione del nome del Duce tra i cittadini onorari di Torino, è attesa per lunedì pomeriggio, a pochi giorni dalla ricorrenza della Liberazione dell’Italia dal fascismo, le riflessioni da fare non mancano.
 
 
 

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