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mercoledì, 9 Ottobre 2024

Cna presenta i dati 2020 su artigianato e piccole imprese: “Innovare per resistere alla crisi”

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Giulia Zanotti
Giulia Zanotti
Giornalista dal 2012, muove i suoi primi passi nel mondo dell'informazione all'interno della redazione di Nuova Società. Laureata in Culture Moderne Comparate, con una tesi sul New Journalism americano. Direttore responsabile di Nuova Società dal 2020.

Poco ottimismo verso il futuro e pochi investimenti, ma con l’obiettivo di conservare il capitale umano e la filiera. L’edizione 2020 della ricerca Monitor Piccole Imprese, promossa dalla CNA Piemonte in partnership con UniCredit diventa la testimonianza di un momento storico. L’indagine ha coinvolto, in piena pandemia di Covid-19, un campione di circa 1500 micro e piccole imprese distribuito su tutto il territorio piemontese col 50% proveniente dall’area metropolitana di Torino. 

A condurre la ricerca Daniele Marini, docente dell’Università di Padova che precisa come “Gli esiti emersi dall’ultima edizione di Monitor, in particolare per quel che riguarda la parte congiunturale, risultano unici, difficilmente comparabili con quanto rilevato nelle precedenti edizioni”. 

Dato comune è che tutti i principali indicatori (fatturato, ordinativi interni ed esteri, occupazione e investimenti) portano segni più o meno marcati in senso negativo, anche se ovviamente le imprese più strutturate hanno performance migliori mentre tra le più penalizzate ci sono le aziende che operano sul mercato internazionale.

Conseguenza negativa è che gli investimenti nelle innovazioni risultano diminuire ancora di più, mentre nelle prospettive future emergono una volontà e un impegno a volere preservare il più possibile il proprio capitale umano fatto di professionalità ed esperienze difficilmente rimpiazzabili. Ma così facendo s’innesca un pericoloso circuito perverso che, inevitabilmente, sospingerà una quota importante delle piccole imprese alla marginalità e all’uscita dal mercato se non s’individuano nuove strategie. 

A fronte di una prevalente previsione di stabilità (48.4%), tuttavia il novero delle imprese torinesi che si colloca fra i “pessimisti” (43.8%) è quasi il quadruplo rispetto a quanti guardano ai prossimi mesi con “fiducia” (7.8%).

“La ripresa sarà appannaggio delle imprese e dei territori che sapranno tempestivamente ed efficacemente innovare prodotti, processi e modelli di business contribuendo anche alla realizzazione degli obiettivi della sostenibilità ambientale” dichiara il presidente di CNA Torino, Nicola Scarlatelli

“E’ tra l’altro significativo sottolineare – precisa il Segretario della CNA Torino Paolo Alberti – come siano in forte evoluzione i rapporti fra le imprese, oggi dettati soprattutto da una capacità negoziale (49.8%) e da relazioni di reciprocità (35.5%) e molto meno da rapporti di subordinazione (14.7%). Questo ci fa sostenere che siamo sempre più di fronte a relazioni fra fornitori ben più che tra subfornitori e terzisti, in ragione del fatto che nei rapporti pesano maggiormente la competenza e la professionalità (51.2%) piuttosto che le logiche del prezzo (48.8%)”.

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