La conflittualità in politica rappresenta la normalità e in campagna elettorale succede di tutto. Si sa. Succede, ad esempio, che si accusi un avversario politico senza sapere che la Giunta del proprio partito sta commettendo gli stessi “peccati” per i quali si è pronti a puntare il dito.
È di oggi l’attacco di Matteo Mantero e Vilma Moronese capigruppo del Movimento 5 Stelle Camera e Senato a Mauro Laus, candidato per il Partito Democratico al Senato per il collegio uninominale di Torino e al segretario nazionale Matteo Renzi che lo ha candidato.
Sotto accusa gli anni in cui Laus, presidente della cooperativa Rear, avrebbe sottopagato i dipendenti pagandoli 4 euro l’ora. «Lo stesso Laus che oggi si dichiara a favore del “reddito minimo” nei fatti è la negazione della dignità del lavoro. Chiaro che Renzi l’abbia scelto», denunciano Mantero e Moronese.
Non si fa attendere la risposta del candidato senatore Pd che ribatte sui social con un video in cui, oltre a prendere le distanze dalla strada della diffamazione personale che a suo parere hanno imboccato i grillini in questa campagna elettorale, li invita a informarsi meglio e a guardare a quanto sta facendo la sindaca Appendino proprio in tema di appalti e salari da fame.
«Solamente qualche giorno fa – dichiara Laus – il Comune di Torino, guidato dalla giunta di Chiara Appendino, tramite la sua finanziaria Fct, ha assegnato una gara per l’affidamento del servizio di reception e guardiania in suo stabile alla cifra di 9.49 euro lordi, dei quali ragionevolmente solo 4 euro finiranno nella bustapaga dei dipendenti. E ora, che cosa ne pensano i capigruppo del M5S che oggi mi attaccano? Sono pronti ad accusare anche la sindaca di Torino? Il problema dei cosiddetti “salari da fame” negli appalti pubblici è strutturale e dare la colpa agli imprenditori è stato un alibi fin troppo comodo nel corso degli anni».
«Per questa ragione – conclude Laus- devono cambiare le regole: con un salario minimo orario stabilito per legge sotto la quale nessun contratto e nessun appalto possano scendere».