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lunedì, 2 Dicembre 2024

Chi si ricorda della strage del 18 dicembre?

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Moreno D'Angelo
Moreno D'Angelo
Laurea in Economia Internazionale e lunga esperienza avviata nel giornalismo economico. Giornalista dal 1991. Ha collaborato con L’Unità, Mondo Economico, Il Biellese, La Nuova Metropoli, La Nuova di Settimo e diversi periodici. Nel 2014 ha diretto La Nuova Notizia di Chivasso. Dal 2007 nella redazione di Nuova Società e dal 2017 collaboratore del mensile Start Hub Torino.

Ci passano davanti migliaia di persone ogni giorno.  “18 dicembre” ripete la voce della metropolitana che preannuncia la fermata. Ma quanti sanno cosa ricordi quella data? A quanto pare non molti, nonostante la presenza di una lapide ormai sfocata dal tempo, che ricorda quella strage fascista che si svolse tra il 18 ed il 20 dicembre 1922.

Fu una feroce rappresaglia contro socialisti, comunisti e anarchici torinesi, con un bilancio tragico di 11 morti e 26 feriti.  La vendetta per quanto accadde il giorno prima tra corso Spezia e via Nizza. Qui si verificò uno scontro a fuoco nel quale un militante comunista, per sfuggire e difendersi da un’aggressione, colpì a morte due giovani militanti fascisti.    

Il giovane aggressore, un tranviere di 22 anni, aiutato dai compagni fu fatto fuggire in Unione Sovietica ma pare che, scampato alla vendetta fascista, sia probabilmente rimasto vittima delle purghe staliniane.

I fascisti diedero così corso ad una vera mattanza tra quelli che erano registrati come “sovversivi”, con 14 morti e 26 feriti. Nel corso degli scontri venne incendiata al Camera del Lavoro, che si trovava in Corso Galileo Ferraris, (in cui venne ucciso il suo segretario), il circolo anarchico dei ferrovieri, il circolo Carlo Marx e fu anche assalita la sede di Ordine Nuovo, giornale fondato da Gramsci.  Per questa missione di morte furono fatti arrivare squadre di camice nere da tutto il nord Italia e le uccisioni non si limitarono a quei due giorni ma proseguirono per tutto il mese. Certo non fu facile in quel clima documentare gli eccidi commessi per stroncare la forte resistenza operaia e di sinistra presente a Torino, che anticiparono di poco tempo la marcia su Roma.  Un bell’esempio di quel fascismo italiano “morbido” ancora visto da diversi osservatori della destra.  Da ricordare chi fu guidò le squadre fasciste, Piero Brandimarte, non pagò mai per gli eccidi compiuti in quei giorni.

Ma torniamo al presente. Dopo 99 anni la strage è stata ricordata  in questo 2021.  Tra il pubblico era presente il sindaco Stefano Lo Russo che è poi intervenuto su richiesta degli organizzatori. Alcuni hanno notato e apprezzato la sua presenza discreta.  Una commemorazione in tono minore, anche a causa dell’emergenza sanitaria. Ma non è solo il Covid a fermare il ricordo di una strage in ogni caso molto  poco nota tra i torinesi.  Non a caso si è distinto l’intervento rivolto al sindaco da un commerciante: “come esercenti della piazza, per il centenario nel 2022, auspichiamo che si organizzi una grande iniziativa. L’avevamo richiesto alla passata amministrazione senza ricevere risposta.  E’ una strage che va ricordata”.

Insomma sono importanti delle iniziative che facciano in modo che si arrivi al centenario della strage con una maggiore sensibilizzazione, con il coinvolgimento delle scuole e della cittadinanza. Questo per una strage che rappresenta un chiaro esempio di cosa sia stata la barbarie fascista anche nella nostra realtà cittadina.  

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