di Bernardo Basilici Menini
Bisogna dirlo. Chi occupò più di due anni fa la Cavallerizza Reale, anche per sollevare il velo di Maya sullo stato di degrado, si è visto dare ragione dalla stessa amministrazione, accusata di averla abbandonata. Infatti la rinascita della Cavallerizza e di quello che sarà un domani, è anche merito di chi ha denunciato la vicenda. Il progetto di recupero fa oggi un passo avanti verso la realizzazione, con lo stanziamento di 15 milioni euro da parte del Comitato interministeriale per la programmazione economica. Il tutto per i lavori sugli edifici e per il completamento dei lavori ai Giardini Reali. Una cifra che servirà da innesco per poter iniziare i lavori, adesso che i progetti sono arrivati.
«Siamo felici che il ministro Franceschini e il governo abbiano accolto il nostro progetto sulla Cavallerizza, – ha dichiarato il sindaco di Torino Piero Fassino – il cui recupero consente di completare e valorizzare ulteriormente l’intero complesso dei Musei Reali di Torino. Con questo finanziamento i lavori potranno partire molto presto, dando così corso al progetto che prevede la Cavallerizza come distretto culturale del centro con attività culturali, museali e teatrali che accresceranno ulteriormente l’offerta della città».
L’idea di Fassino è appunto quella di trasformare il complesso di edifici puntando verso la vocazione culturale, con spazi aperti al profit (sono previsti per esempio un ostello della gioventù e dei bar/ristoranti), ma con un vincolo stringente affinché la destinazione e la natura pubblica del quartiere non cambino. Il distretto della Cavallerizza prova così a uscire dall’oblio in cui Torino l’aveva dimenticata: spazi in disuso di cui non si ricordava nemmeno l’esistenza, manutenzione quasi assente e altro ancora. Una macchia sul volto del centro cittadino. Dalla quale si vuole ripartire per ricostruire il quartiere. Il tutto, almeno nelle intenzioni, rimanendo lontani da quella speculazione con vendita a privati a cui si erano opposti gli occupanti.