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sabato, 27 Luglio 2024

Cartografia satellitare di emergenza: il Piemonte fa scuola in Italia

Assessore Ricca e assessore Gabusi : “La tecnologia ci deve guidare per disegnare il Piemonte e l’Italia che ripartiranno in sicurezza"

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Redazione
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Non solo il Piemonte ma anche il resto del Paese. Questa mattina all’Unità di Crisi regionale è stato presentato, in collegamento con le altre protezioni civili nazionali, il progetto di cartografia satellitare di emergenza inaugurato sul territorio da qualche settimana. L’interesse da parte delle altre regioni è stato notevole e potrebbe spingere a un’estensione dell’uso di questa tecnologia che riguarderebbe l’intera Italia.
Ma di cosa si sta parlando? Di un occhio satellitare che dal cielo riesce a osservare la terra con una risoluzione che arriva fino a 30-50 centimetri dal suolo e che può fornire dati utili per ridisegnare il ritorno alla normalità che seguirà la pandemia di Sars-CoV 2. E’ questo il risultato di un accordo attivato la scorsa settimana dalla Regione Piemonte con il Dipartimento di Protezione Civile (DPC), il servizio Copernicus Emergency Management Service (EMS), per la produzione di cartografia di emergenza a supporto delle operazioni di contrasto alla pandemia COVID-19. La produzione dei dati è stata affidata all’Associazione Ithaca, ente partecipato del Politecnico di Torino e dalla Compagnia di San Paolo, che eroga il servizio nell’ambito di un consorzio internazionale coordinato dalla società E-geos.

I dati ottenuti dal satellite hanno due focus: le strutture temporanee di carattere sanitario realizzate sino a questo momento e tutti i luoghi soggetti a possibili assembramenti di persone (mercati rionali, spazi antistanti centri commerciali e supermercati, parchi pubblici, luoghi di ritrovo, terminali di trasporto e fermate intermedie di trasporto pubblico urbano, ecc.). Questi dati consentono di avere a disposizione informazioni georeferenziate aggiornate e potranno costituire la base per la prossima gestione operativa di queste strutture e di questi spazi in vista di una modulazione delle misure di contingentamento delle attività che si renderanno necessarie nei prossimi mesi per un progressivo ritorno alla normalità.

“Queste informazioni ottenute con il satellite ci permettono di realizzare una cartografia di emergenza con immagini ad altissima risoluzione – spiega il professor Piero Boccardo del Politecnico di Torino -. Si possono vedere quante persone sono presenti in un’area, cosa che permette anche di contarle ma non di riconoscerle, e ci permette di studiare come potranno essere modificati certo spazi per garantire una ripartenza sicura”.

“Ci fa molto piacere vedere che la nostra decisione di dotarci di questo strumento sia stata apprezzata dal resto del Paese, che sta ora considerando di seguire il nostro esempio. Non è possibile parlare di ripartenza senza affidarsi ad analisi scientifiche che ci offrano materiale per fare in modo che il ritorno alla normalità sia duraturo e sicuro. Per questo crediamo che una tecnologia simile, che il Piemonte sperimenta per prima nel mondo, e che garantisce immagini capaci di dare dettagli importanti, come il numero di persone presenti in alcune aree o le modifiche avvenute nei mercati dopo i decreti di chiusura del Governo, possa fornirci la base su cui ridisegnare, letteralmente, la nuova ripartenza post epidemia – dichiarano l’assessore regionale all’internazionalizzazione Fabrizio Ricca e l’assessore alla Protezione Civile Marco Gabusi -. Avremo da affrontare una sfida importante: fare in modo che le attività lavorative e commerciali tornino a respirare ma dobbiamo fare ciò garantendo la sicurezza dei cittadini. Per questo ci viene incontro la tecnologia. Dobbiamo monitorare per prevenire”.

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