Le donne al Parlamento. È questo il titolo di una commedia del greco Aristofane. Qui le donne si intromettono in una cosa tipicamente maschile come la gestione della polis dimostrandosi molto più capaci e assennate dei loro mariti.
Questo testo risale al 405 avanti Cristo. Ora, nel 2013 dopo Cristo la presenza delle donne in politica, quote rosa o non, non sembra più una cosa così strana. Ben diversamente da quanto avviene nel mondo del calcio, dove se già è sembrata una rivoluzione culturale che signore e signorine sedessero sugli spalti per piacere loro e non per accompagnare mariti e fidanzati, ancora non ci si capacita che possano avere anche un ruolo dirigenziale.
Nulla di più chiaro delle parole di Rino Gattuso. L’ex rossonero commentando la diatriba tra Barbara Berlusconi e Adriano Galliani ha affermato: «Io le donne non le vedo bene nel mondo del calcio». Resta però il dubbio di quali e quante donne abbia lui visto gestire società sportive. In Italia di sicuro poche. Ma non di poco conto.
A partire da Rossella Sensi, che dal padre ha ereditato la Roma nel 2008 e che l’ha guidata fino al 2011: una Roma che quest’anno ha incassato una serie di vittorie da record dando del filo da torcere anche alla Juventus. Oppure che dire di Valentina Maio, presidente del Lanciano, piccola squadra abruzzese fino a ieri sconosciuta e ora rivelazione della serie B? Ventisei anni, con un figlio e un marito calciatore, che gioca proprio nel Lanciano, ma per lo più sta in panchina. Chissà quanti sarebbero gli uomini capaci di negare il posto di titolare alla propria compagna?
Ma in un calcio sempre più esterofilo perchè gli esempi di donne manager non vengono mani considerati? Che dire di Marina Granovskaia direttore generale del Chealsea da giugno, ma da sempre braccio destro di Abramovich, tanto che ci sarebbe il suo nome dietro le illustri cessioni e gli altrettanto importanti acquisti. Oppure di Karen Brady, dal 1993 nel mondo del pallone e oggi vicepresidente del West Ham.
Insomma, per rispondere come facevano le donne della commedia di Aristofane: il calcio italiano è in crisi e voi uomini non sapete come risolverla? Beh, chissà che noi donne non ci riusciamo!
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