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sabato, 27 Luglio 2024

Il cardinale Poletto avverte Fassino: "No alle trascrizioni. Essere gay è diventato un vanto"

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Mentre la Sala Rossa si prepara a discutere sulla trascrizione delle nozze all’estero, il cardinale Severino Poletto, arcivescovo emerito di Torino, boccia la possibilità dei matrimoni omosessuali e manda un messaggio al primo cittadino Fassino. «Non si vada dietro alla pazzia di certi sindaci che hanno trascritto – dice – In Italia non si può fare e mi auguro che le leggi tengano conto di questa problematica. In questa vicenda è la visione antropologica della persona che va a farsi benedire». Per poi continuare: «Il matrimonio vero è tra un uomo e una donna. Non sono contrario ai diritti individuali: se due omosessuali vogliono mettersi insieme non li giudico, ma non chiamiamolo matrimonio». Nemmeno una soluzione alternativa sembra essere possibile per Poletto, che sostiene: «Dipende da che diritti si danno. Se sono gli stessi che si danno a una famiglia non sono d’accordo».
Non solo. Il cardinale si lancia anche in una disquisizione sull‘origine dell’omosessualità. «C’è una disputa se questa inclinazione dipende da un fatto genetico, culturale o choccante che la persona ha avuto nella sua infanzia o adolescenza – afferma – Credo che se uno che ha questa inclinazione voglia farsi testare psicologicamente possa avere risultati». Con tanto di esempio a suffragare la sua tesi: «Un ragazzo mi ha detto: io sono omosessuale. Perché?, gli ho risposto. Perché i miei amici mi prendono in giro. Io ci credo, anche se non lo sento. Certe situazioni si creano culturalmente: questo gay pride, questo orgoglio omosessuale, questo propagandare, questo Marino che trascrive, sembra che poi diventi un vanto. Così si rovina l’equilibrio naturale. C’è tutta una corrente culturale che se ne infischia».
Il no di Poletto arriva anche alla fecondazione eterologa. «Spero che si corregga, che non si introduca. È un diritto di tutti sapere chi è la mamma e chi il papà» dice, mentre glissa sulle presunte aperture del sinodo su gay e divorziati: «Io non c’ero, ma non si è concluso nulla. Il Papa dice che bisogna avere misericordia. Giusto. Ma se si è divorziati non si può fare la comunione».

@elisabellardi

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