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sabato, 27 Luglio 2024

“Borgate del Vivo” vola in sette regioni. Cultura e spettacoli per contrastare lo spopolamento montano

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Moreno D'Angelo
Moreno D'Angelo
Laurea in Economia Internazionale e lunga esperienza avviata nel giornalismo economico. Giornalista dal 1991. Ha collaborato con L’Unità, Mondo Economico, Il Biellese, La Nuova Metropoli, La Nuova di Settimo e diversi periodici. Nel 2014 ha diretto La Nuova Notizia di Chivasso. Dal 2007 nella redazione di Nuova Società e dal 2017 collaboratore del mensile Start Hub Torino.

Per Borgate dal vivo – Performing Alps, la terza edizione del Festival dei borghi di montagna, in partenza  il 16 giugno, sarà sicuramente straordinaria per l’estensione del progetto e per la qualità e quantità dei soggetti coinvolti. Ecco i numeri del Festival per l’estate 2018, oggi presentato al Circolo dei Lettori: 93 giorni su un percorso di oltre 2000 km, 50 eventi che vedranno coinvolti 43 Comuni di montagna in ben sette Regioni (Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Veneto e anche l’Umbria). Ovviamente la gran parte degli spettacoli riguarderà le valli piemontesi ma le nuove iniziative, in programma in altre Regioni anche lontane, rappresentano un ottimo viatico per rafforzare le future edizioni e collaborazioni che i promotori vedono anche oltralpe.
Il festival delle borgate avrà sempre al centro la letteratura ma in un contesto che vede sempre più forte la commistione con tutte le altre arti (cinema, danza. Musica, teatro), con la presenza di autorevoli artisti come Marco Paolini e Giuseppe Cederna.
Oltre che portare cultura e divertimento il progetto ha un ambizioso obiettivo, quello di contribuire a contrastare il perdurante fenomeno dello spopolamento di borghi e vallate alpine. Non a caso gli eventi non intendono solo proporre uno spettacolo ma valorizzare le risorse locali. Per Alberto Milesi, ideatore e direttore artistico del Festival «il tema di “Borgate dal vivo” 2018 è la trasformazione architettonica , turistica e sociale del territorio che può essere favorita da un progetto culturale di rete come il nostro».  In concreto Milesi vede attraverso queste iniziative la concreta possibilità di dare forza a un recupero di immobili e spazi comuni, in un contesto di turismo sostenibile gestito dal basso attraverso nuove forme di accoglienza e ospitalità, nel pieno spirito della tradizione di queste valli. L’ambizioso obiettivo è rendere le borgate di nuovo centro di attività culturale, sociali e formative.
Milesi ricorda come l’avvio del progetto partì da un suo confronto con Luca Giai vice sindaco di San Giorio (Comune della Val di Susa carico di storia e tradizioni risalenti al medioevo).
Le tematiche sviluppate dalla kermesse ora vanno molto oltre la letteratura, che resta comunque elemento centrale di un Festival che ha ottenuto il significativo riconoscimento da parte dell’European Festival Association(EFA) e la benedizione del MIbact (Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo) che lo ha scelto come progetto per l’Anno Europeo del patrimonio culturale.
A dare una mano a “Borgate dal Vivo” nel portare la cultura e vitalità nei borghi più piccoli vi sono ora  importanti collaborazioni  con numerosi altri festival e rassegne. Un modo di fare rete e sinergia.
Nel dettaglio sulla nuova dimensione del Festival ha pesato l’adesione di Borgate dal Vivo a Italifestival, associazione che mette in rete i più importanti festival italiani (Occit’anno, Todays, Scenario Montagna, Babelica, Assemblea Teatro, Una Torre di Libri, SIx ways festival , Balla con i cinghiali, Cervino CineMounting, Sentieri & Parole, Ossola Guitar Festival, Premio InediTo, Isoipse, Autori Riuniti, Passi Aperti, Una Arcobaleno di Libri, Groscavallo Mountain Festival, Due parole in riva al mare, Gli Aperitivi letterari, Paesi Aperti, Un arcobaleno di libri).
Milesi si dice molto soddisfatto del lavoro messo in cantiere in particolare «per essere riusciti a prendersi cura di tanti piccoli Comuni, sviluppando sinergie, creando tra loro una rete che può concretamente rivalutare e mettere al centro queste realtà sotto diversi aspetti, a partire anche da quelle logistiche locali. Scuole e strutture chiuse per l’assenza di bambini». Un modo per riportare attenzione su patrimoni naturali, artistici culturali unici in percorsi e ambienti bellissimi carichi di identità, magia, leggende e tradizioni.
In conclusione Milesi ammette: «mi auguro prosegua il sostegno da parte di tutti i soggetti coinvolti». La sensazione è che si sia partiti con il piede giusto mettendo al centro i piccoli borghi e le loro identità per trasmettere energia e linfa vitale attraverso la cultura  contrastando uno spopolamento che pare inarrestabile. Una bella risposta rispetto a diverse iniziative culturali che a fatica sono riuscite a sopravvivere nei Comuni delle valli montane. Ora vedremo i risultati di questo ambizioso progetto e non basterà certo contare le presenze a una conferenza o a un singolo concerto.

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