di Giulia Zanotti
Il capogruppo del Partito Democratico in consiglio comunale, Stefano Lo Russo, chiederà, come ha già fatto il presidente del consiglio Fabio Versaci, di sentire al più presto i Revisori, dopo l’ultima nota rievuta dal Collegio: «I Revisori dei Conti affermano di aver rilasciato un parere sulla Delibera degli equilibri di Bilancio, ma che la delibera trasmessa al Consiglio era diversa da quella vista da loro», spiega Lo Russo.
Continua il capogruppo del Pd: «Si tratta di un fatto gravissimo, mai capitato prima a Torino, che conferma ancora una volta quanto da molti mesi abbiamo denunciato: una opacità di gestione, una approssimazione e una disinvoltura da parte di Appendino e del suo assessore al Bilancio Rolando davvero ormai intollerabili. Non si può governare la città così».
«Chiederemo di audire quanto prima i Revisori dei Conti sperando, almeno stavolta, di non assistere all’ennesima pantomima Appendiniana di dire che “è colpa di chi c’era prima” e che chi (non) guida Torino si assuma le proprie responsabilità fino in fondo», chiude Stefano Lo Russo.
Per Fabrizio Ricca, capogruppo in consiglio per la Lega Nord e segretario torinese del Caroccio invece c’è chi ai piani alti di Palazzo Civico sta facendo finta di nulla.
«L’ultimo rapporto del Collegio dei Revisiori dei Conti parla chiaro: il debito Ream dev’essere riconosciuto nel Bilancio 2017», sostiene Ricca, che ricorda che questa non è la prima volta che questo avviene. «Eppure, nonostante un avviso di garanzia per sindaco, assessore al Bilancio e capo di gabinetto, c’è chi fa ancora orecchie da mercante».
In risposta all’assessore al Bilancio che in una nota sostiene che tutto è stato fatto, da parte della Giunta, all’interno delle norme, Ricca afferma che «la maggioranza deve dirci che intenzioni ha. Perché non se la possono cavare così, con un Rolando che sostiene che è tutto nel rispetto delle norme e che bisogna aspettare la magistratura».
«Hanno capito oppure no che qui c’è in ballo il futuro di Torino, che, mi dispiace, non è roba loro, ma dei torinesi?», conclude Ricca.