di Gianguido Passoni
Anche quest’anno i termini per la chiusura del bilancio preventivo sono stati dilatati fino a fine settembre. Un bilancio preventivo che arriva quando sono ormai passati tre quarti dell’anno è una contraddizione in termini alla quale gli Enti Locali si devono adattare. Quest’anno, però, il Governo ha inventato un ulteriore ostacolo, proprio quando credevamo di essere in dirittura d’arrivo, quando la delibera contenente il bilancio di previsione stava approdando in aula per la votazione finale. Infatti, nella notte del 16 settembre il Ministero delle Finanze ha annunciato tagli ai trasferimenti agli Enti Locali per 175 milioni di euro.
Il conto per la Città di Torino è di circa 4 milioni sul fondo di solidarietà. A questi bisogna aggiungere altri 4 milioni derivanti dal conteggio definitivo delle somme del Governo per compensare le agevolazioni Tasi: in totale sono 8 nuovi milioni di tagli che gravano sui conti della Città.
In questi giorni siamo quindi impegnati a presentare un emendamento alla delibera già pronta e, conseguentemente, le commissioni consiliari saranno riconvocate per discuterne. Ma non basta, il Governo non ha previsto proroghe e resta fissato al 30 settembre il termine ultimo per l’approvazione del bilancio preventivo.
Vi chiedo uno sforzo di immaginazione: pensate ad un bilancio chiuso con estrema fatica, controllando e ricontrollando ogni capitolo di entrata e di spesa con i vari assessorati; pensate di dover assorbire i 24 milioni di tagli già comunicati e di dover di conseguenza riorganizzare i servizi al meglio per mantenere inalterata (o quasi) l’offerta; e poi pensate di dover ricominciare tutto da capo e – questa volta – con ancora meno tempo a disposizione. Una sorta di tela di Penelope di cui non si vede mai la fine e la certezza che a Roma non sappiano cosa significhi governare una Città.
Gli Enti Locali passano dalla gestione di una emergenza all’altra: è davvero difficile, e talvolta appare persino inutile, programmare in queste condizioni.