Il Tribunale Civile di Torino ha condannato il Ministero della salute a corrispondere un indennizzo a una bambina, ad oggi di sei anni, che ha sviluppato una patologia dopo la somministrazione del vaccino trivalente, contro morbillo, parotite e rosolia, avvenuto quando la piccola aveva poco più di un anno.
Nella sentenza del Tribunale torinese si riconosce infatti “il nesso causate tra tale vaccinazione e la malattia” e di conseguenza un danno irreversibile alla salute causato dalla somministrazione del vaccino trivalente”. Da qui la condanna del Ministero della Salute a pagare l’indennizzo secondo le legge 210/92, ovvero quella che specifica per soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie o trasfusioni.
Ma facciamo un passo indietro. E’ il 2016 quando la piccola che aveva appena compiuto un anno viene vaccinata. Dopo circa otto giorni i primi segni che qualcosa non va: gravi e continui peggioramenti di salute hanno portato la bimba a frequenti ricoveri ospedalieri, fino alla diagnosi di “piastrinopenia autoimmune cronica”, fatta attraverso il prelievo del midollo. In particolare la bimba manifesta infatti gravi episodi emorragici, con il pericolo di contrarre infezioni.
Da qui inizia anche la battaglia legale della famiglia che prima chiede il riconoscimento dell’indennizzo all’Asl che rifiuta per poi fare appello al tribunale.
Come spiega l’avvocato che ha seguito la famiglia Elena Ilaria Ughetto Monfrin: “Finalmente dopo un lungo percorso è stato riconosciuto un diritto fondamentale di una bambina, la cui salute è stata irreversibilmente compromessa a causa di un trattamento sanitario a cui si è sottoposta per il bene della comunità”.