di Moreno D’Angelo
Dietro il sorprendente risultato di Torino, che ha estromesso dalla poltrona di sindaco Piero Fassino, è stato fondamentale un importante flusso di consensi dal centrodestra che in blocco hanno indicato sulla scheda il nome di Chiara Appendino.
Un consenso che più che guardare al sindaco da eleggere puntava a delegittimare politicamente il governo di Matteo Renzi. La tendenza è stata confermata dalle analisi dei flussi elettorali curate dall’Istituto Cattaneo. Per Piero Fassino vi è l’amara consolazione di aver raccolto qualche voto tra gli elettori che al primo turno avevano scelto Airaudo. Un contributo comunque molto risicato rispetto a chi, anche a sinistra, ha disertato le urne. Emerge netta in questi storici ballottaggi la tendenza che vede pressocchè sempre perdenti i candidati democratici nello scontro quelli pentastellati, vero asso pigliattutto.
Ma cosa hanno votato gli elettori pentastellati nei ballottaggi dove non vi erano dei loro candidati come nel caso di Bologna? In gran parte hanno preferito astenersi. Tuttavia fa riflettere il fatto che quelli che si sono presentati alle urne abbiano indicato un candidato di centrodestra rispetto a quello di centrosinistra con un rapporto di di 4 a 1. Questa tendenza è stata riscontrata anche nei comuni di Grosseto, Brindisi e Novara. In questo quadro ha rappresentato un’eccezione quanto successo a Napoli dove si è registrato un quasi plebiscitario successo di Luigi De Magistris. In questo caso gli elettori pentastellati hanno dato il loro consenso al sindaco ignorando il candidato della destra. Sempre sotto il Vesuvio la maggioranza di chi invece al primo turno aveva votato per il centrosinistra si è invece astenuta o in piccolissima parte ha votato De Magistris