La replica della San Paolo, dopo l’esternazione del neosindaco di Torino Chiara Appendino, del Movimento Cinque Stelle, che chiedeva le dimissioni del presidente Francesco Profumo, arriva attraverso una nota.
«La Compagnia ha potuto essere partner leale e affidabile di tutte le istituzioni, di volta in volta governate da diversi colori politici, proprio perché è un ente autonomo, filantropico e di natura privata interessata a lavorare per e con i territori di riferimento».
Ridurre il processo di nomina dei vertici a una mera questione di indicazioni politiche e spoil system non corrisponde alla realtà delle regole e dei comportamenti comportamenti.
La Compagnia di San Paolo nel suo Statuto, solo 4 dei 17 componenti del Consiglio Generale vengono indicati da istituzioni politiche elettive».
«In particolare – continua la nota – il Comune di Torino indica due consiglieri: tradizionalmente, ma senza alcun riferimento allo Statuto, il presidente della Compagnia è stato scelto tra i consiglieri designati dal Comune di Torino. Tale scelta è operata dal Consiglio Generale, l’organo cui esclusivamente spetta questa competenza. Peraltro il precedente presidente è entrato a far parte degli organi della Compagnia sulla base di una designazione della Camera di Commercio di Torino».
«In merito alle dichiarazioni del neo eletto sindaco di Torino – si legge ancora nella nota – si precisa quanto già ampiamente chiarito: l’ipotesi di accantonamento di 400.000 nel budget della Compagnia è stata formulata per promuovere l’attivazione di organi tecnici quali Comitati Scientifici, formati da esperti (e previsti dallo Statuto), per contribuire alla definizione delle linee programmatiche del prossimo quadriennio: adempimento, questo, legislativo e statutario. E’ quindi falso affermare che tale importo sia destinato ad aumentare gli emolumenti del presidente e dei consiglieri peraltro caratterizzati da un livello estremamente contenuto rispetto alle altre Fondazioni».