Nessuna contestazione, come invece era avvenuto varie volte in precedenza a Torino, dove la visita di Matteo Salvini nel capoluogo piemontese registrava anche una cornice di scontri tra oppositori della Lega e forze dell’ordine. Stavolta nessuna manifestazione o presidio, nessuna iniziativa né pacifica né violenta.
Altri tempi. Ora il “Matteo nazionale”, alleato dei Cinque Stelle e Ministro dell’Interno arriva sotto la Mole ed è subito bagno di folla, mentre i contestatori di allora restano indifferenti.
Piazza Castello, durante la visita al villaggio della Coldiretti, è tutta per lui: i torinesi lo acclamano e chiedono uno scatto con l’uomo del momento, con colui che ha sfidato l’Europa, che ha chiuso i porti all’Aquarius e alle altre navi che trasportano migrati, che parla di crociere e altro ancora. Perché non dovrebbero amarlo? In fondo c’è chi dice che Minniti era peggio e che la colpa di tutto è di chi c’era prima: «E il Pd, allora?».
Ed è bravo Salvini. Ed è già un premier: si concede a tutti, senza chiudersi in una rigidità istituzionale. Anzi. Dopo un’ora passata in piazza Castello si contano oltre duecento richieste di selfie con lui. Tutte soddisfatte.
Anche a Palazzo Civico, in cortile, tutti vogliono Salvini. Mentre la sindaca dedica pochi minuti al ministro. Giusto il tempo di una fotografia ricordo dove lei – in verità – abbozza un mezzo sorriso (niente a che vedere con i 32 denti regalati a tutti quanti in questi anni).
Vuoi vedere che Chiara Appendino con quella smorfia voleva mandare un oscuro messaggio alla “sinistra” (se mai è esistita) del Movimento Cinque Stelle nostrano? Della serie: “Guarda cosa mi tocca fare…”. Qualcuno ci crederà.
“Salvini il razzista”, “Salvini il boia”, “Salvini come Mussolini e Hitler”, “Salvini vuole affogare donne e bambini”, “Salvini fascista”, etc.etc. Beh quel Salvini vive solo nei post dei social. Perché alla fine tutto resta li, relegato ad un schermo e una tastiera.
Dal vivo invece Torino applaude, Torino lo vuole: Torino ha il suo nuovo eroe…