di Giulia Zanotti
A poche ore della notizia dell’avviso di garanzia recapitato alla sindaca Chiara Appendino per la vicenda Ream dal mondo della politica torinese arrivano i primi commenti.
A partire dal senatore Pd Stefano Esposito che ha affidato il suo pensiero a un tweet: «Per quanto mi riguarda massimo garantismo anche per lei noi non siamo grillini». Della stessa opinione anche la collega parlamentare Silvia Fregolent che però non manca di lanciare una stoccata al Movimento cinque stelle: «Anche nel caso della Appendino indagata per falso in atto pubblico noi siamo e saremo sempre garantisti. Gli unici ad avere un problema in casa, con la propria coscienza e la propria credibilità politica sono i 5 stelle. Sono passati dalle parole lapidarie di Di Maio: “se un politico viene indagato si deve dimettere”, a”decidiamo dopo il primo grado di giudizio”. L’asticella del presunto livello di moralità l’hanno fissata loro, peccato però che tutte le volte la facciano cadere». E non le manda a dire nemmeno il segretario regionale del Partito Democratico Davide Gariglio: «Ancora una volta crolla la menzogna di chi si ergeva a paladino della legalità. Con oggi mi auguro che cessi l’arroganza e l’aggressività dei grillini quando simili casi coinvolgono altri esponenti politici. Non ricorderò quanto dicevano i vertici del movimento sugli indagati, sulla necessità di dimissioni a seguito di inchieste, sulla trasparenza e sulla sbandiera “onestà”. Amministrare una città, e in genere governare, è complicato e chi si è sempre vantato di rappresentare una propria diversità – conclude – si scontra con la dura realtà».
Garantismo è la parola chiave anche per il capogruppo della Lega Nord in consiglio comunale Fabrizio Ricca che però aggiunge: «Da chi ha preso voti urlando “onestà” e facendo la campagna elettorale sventolando cappi e manette ci aspettiamo se non le dimissioni almeno un’autosospensione da sindaca. La coerenza prima di tutto», conclude Ricca.
Il capogruppo del Pd Stefano Lo Russo commenta con un post su Facebook: «Nel nostro ruolo di consiglieri denunciammo la questione (i 5 milioni di debiti con Ream da iscrivere a bilancio, ndr) in Commissione e in Consiglio Comunale. Nulla da fare, la Appendino il 30 novembre 2016 diede indicazioni scritte alla Ragioneria di non iscrivere il debito nel bilancio. I consiglieri comunali del #M5S in aula votarono l’assestamento nonostante denunciassimo la falsità delle cifre iscritte. Convinti della bontà delle nostre tesi e a tutela esclusiva della Città, con Alberto Morano, abbiamo ritenuto di informare dei fatti l’Autorità giudiziaria. Attendiamo con fiducia l’esito delle indagini».
Parere condiviso anche dal capogruppo Alberto Morano che aspetta «che l’indagine della magistratura faccia il suo corso” e precisa come “In più occasioni, in Consiglio comunale, avevamo avvisato il sindaco e l’assessore al bilancio sulla non corretta contabilizzazione della posta ed evidentemente qualche perplessità vi deve essere se la magistratura ha deciso di notificare l’avviso di garanzia».