Avevano messo in piedi un vero e proprio sistema che consentiva alla Agenzia territoriale per la casa torinese, Atc, di affidare dei lavori per importi esosi a società private senza il rispetto delle procedure per la cessione degli appalti in ambito pubblico.
Con l’accusa di falso ideologico sono finiti in manette i direttori e funzionari dell’Atc e della Manet, la società in house dell’Agenzia (ovvero una società a capitale interamente pubblico, che si occupa della gestione delle reti e erogazione dei servizi pubblici locali). In carcere Marco Buronzo e Carlo Liberati, direttori generali rispettivamente di Atc e di Manet, mentre altri otto dell’Agenzia sono agli arresti domiciliari.
Un sistema, come detto, in cui venivano falsificati i Sal (stato di avanzamento dei lavori) in cui non si indicavano le percentuali corrette della manodopera impiegata da Manet e dai subappaltatori in merito a cantieri di Settimo Torinese, Carignano, Brandizzo, Bussoleno, Forno Canavese, Sant’Antonino di Susa e Susa.
Infatti secondo la normativa, Atc, per la realizzazione di opere di cosiddetta ”manutenzione straordinaria diversa” (che di fatto consiste in una vera e propria attività di costruzione edilizia), poteva affidarsi a Manet a patto però che questa società realizzasse almeno il 70% dei lavori e che il restante 30% venisse appaltato attraverso un bando pubblico.
Ma dalle indagini coordinate dalla Procura di Torino è emerso che Manet non rispettava queste condizioni e che dopo aver affidato sottobanco i lavori ad alcune ditte, queste realizzavano anche la percentuale di lavori spettanti alla Manet.
Questo modus operandi consentiva ad Atc e Manet di gestire grossi lavori che non avrebbero potuto compiere rispettando i criteri.
Carabinieri e guardia di finanza, eseguendo le misure cautelari, ha anche perquisito le abitazioni degli indagati, uffici pubblici e di società coinvolte nell’inchiesta.
© RIPRODUZIONE RISERVATA