di Silvia Musso
«Non vogliamo pagare per entrare nei nostri campi, non siamo il bancomat della Provincia». Gli agricoltori astigiani si sono dati appuntamento questa mattina, 25 febbraio, in piazza Alfieri davanti al Palazzo della Provincia. Insieme a loro anche Agrinsieme, l’organismo che raggruppa Cia, Confagricoltura e Alleanza Cooperative.
Come annunciato nei giorni scorsi i manifestanti sono arrivati con i trattori per protestare contro la Cosap, la tassazione dei passi carrai, che per gli agricoltori coincidono con gli accessi ai fondi rustici.
Cosap significa canone per occupazione di spazi e aree pubbliche. Si tratta quindi di un canone da pagare quando esiste l’occupazione sia temporanea che permanente di un’area pubblica.
«Non siamo contro la tassazione in sé – afferma Alessandro Durando presidente astigiano della Cia – Siamo sempre stati disponibili a pagare la Cosap per i passi carrai riferiti a capannoni e case di abitazione, ma non per gli accessi ai fondi agricoli. Per noi sono strumenti per accedere al posto di lavoro. È come tassare gli impiegati o gli operai quando entrano nei loro uffici o in fabbrica per lavorare!».
Nei giorni scorsi il Comune di Asti aveva provato una mediazione, ma anche questo tentativo era fallito.
«Da molti mesi – continuano i manifestanti – abbiamo avuto vari incontri con il commissario provinciale a cui abbiamo spiegato le ragioni degli agricoltori, per i quali gli accessi ai fondi agricoli coincidono con l’uso di uno strumento di lavoro di cui non possono ovviamente fare a meno. Abbiamo proposto modifiche e aggiustamenti, sottolineando gli intoppi che quella disposizione così vessatoria creerebbe, non solo in termini finanziari e di burocrazia agli agricoltori, ma anche per l’impiego di risorse umane e strutture dei Comuni coinvolti loro malgrado nell’applicazione di una tassa che non tiene conto delle peculiarità del settore sul quale intende pesare. Tutto è stato inutile».
A fianco degli agricoltori si sono schierati anche molti sindaci della Provincia.
«È importante per noi la solidarietà dei primi cittadini. In questi mesi abbiamo fatto un’importante opera di sensibilizzazione nei loro confronti e oggi loro sono qui con noi».
Verso metà mattinata una delegazione di agricoltori è ricevuta nel palazzo provinciale. Il commissario Alberto Ardia è però assente e al posto suo ci sono il segretario generale Livia Scuncio e alcuni dirigenti.
I toni si infiammano in fretta e l’incontro diventa incandescente soprattutto dopo l’intervento del consigliere regionale Angela Motta a sostegno degli agricoltori.
I dirigenti provinciali affermano di non poter cancellare la tassa: i soldi che dovrebbero arrivare dal pagamento della Cosap sono stati messi ormai a bilancio e senza questa entrata la Provincia avrebbe un ammanco ragguardevole nelle casse.
«Questo è un problema della Provincia, non nostro – evidenziano gli agricoltori – È da novembre che cerchiamo di dissuaderli, ma loro non ci hanno mai ascoltati e questo è stato il risultato».
Alla fine, quindi, nulla di fatto. Venerdì 28 febbraio scade il termine per il pagamento della Cosap. La Provincia non fa nessun passo indietro e mantiene inalterata la tassa.
D’altro canto gli agricoltori sono d’accordo a non pagarla. «Vogliono sopprimere il nostro lavoro, ma noi non siamo il loro salvadanio» è l’amara conclusione dei manifestanti che, a bordo dei loro trattori, lasciano il centro cittadino per tornare ai campi.
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