«Il fatto non sussiste». Con queste parole la corte d’assise ha assolto l’equipe di medici dell’ospedale torinese Molinette finita nel mirino della magistratura con l’accusa di aver trapiantato un cuore per coprire un errore incorso in un precedente intervento provocando la morte della paziente.
I fatti risalgono al marzo del 2008. Pasqualina Amodeo, 67 anni, era finita in sala operatoria per la sostituzione della valvola aortica. Secondo i pubblici ministeri Paolo Toso e Paola Stupino i medici che la operarono chiusero per errore l’arteria coronarica sinistra.
A questo punto, sempre secondo l’accusa, la donna venne sottoposta a altri interventi, tra cui il trapianto del cuore, per coprire lo sbaglio. Ma le condizioni cliniche della donna erano ormai compromesse ed eseguire tale operazione era del tutto inutile.
I pm avevano chiesto sette anni per Mauro Rinaldi, primario di cardiochirurgia, sette anni e sei mesi per il suo assistente Massimo Boffini e sei anni e dieci mesi per l’anestesista Daniela Pasero.
Le accuse erano di omicidio preterintenzionale, peculato e frode processuale.
La corte ha ordinato la trasmissione degli atti in procura perché si faccia ulteriormente luce sul primo intervento chirurgico.
La sentenza è stata accolta con soddisfazione da Rinaldi: «Sono soddisfatto – ha detto – ma sono convinto di aver sempre fatto il mio dovere con la massima professionalità. Credo che ormai sia necessario un po’ rassegnarsi a queste cose, non prenderle come crisi d’ identità: sono rischi del mestiere, soprattutto quando fai cose e interventi all’avanguardia si può incorrere in questi episodi. Ormai mi sono abituato, ma ribadisco, in questo caso avevo fatto il meglio del meglio dal punto di vista tecnico».
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