di Bernardo Basilici Menini
Alcune decine di persone si sono radunate questo pomeriggio, intorno alle 14, di fronte alla sede del Consiglio comunale in piazza Palazzo di Città, per protestare contro le decisioni della giunta in merito alle politiche per le persone disabili e il loro inserimento lavorativo.
La manifestazione, indetta da alcune associazioni a tutela delle persone disabili, sono scese in piazza per protestare contro «La decisione dell’Assessorato alla Cultura di non rinnovare gli appalti per beni e servizi di cinque musei torinesi attraverso il consolidato Regolamento 307, che dal 1989 garantisce l’accesso al mondo del lavoro di centinaia di persone svantaggiate e con disabilità con ridotta capacità lavorativa».
Altro motivo della protesta, raccontano le associazioni, è il «continuo rinvio dell’assessore al Personale del protocollo d’intesa con le associazioni a tutela delle persone disabili per la messa a punto del bando per l’assunzione di personale con disabilità, ma in possesso di capacità lavorative anche ridotte».
La paura, quindi, che le persone disabili, in questa situazione, possano trovarsi sbarrata la strada per l’accesso al lavoro. Le associazioni hanno quindi chiesto un confronto con l’amministrazione per sentire i motivi di queste decisioni e sottolineare i benefici sociali ed economici da un ripensamento delle proprie strategie.
I dimostranti, grazie all’intermediazione di alcuni consiglieri comunali, sono riusciti a ottenere il via libera per l’incontro, che si dovrà svolgere, tuttavia, in presenza dei capigruppo: «è stato un atto dovuto e necessario – spiega la consigliera Pd Maria Grazia Grippo, in piazza insieme ai manifestanti insieme alla consigliera Elide Tisi– per far si che le loro istanze vengano davvero ascoltate e davvero prese in considerazione. Sono mesi che corriamo dietro all’assessore Rolando per cercare di aprire la discussione e lui continua sempre a rimandare. Adesso ha detto che la questione verrà affrontata solo dopo l’approvazione del bilancio 2017. Spero che non pensi di poterla rimandare all’infinito: è una questione di enorme importanza e fino a che non sarà risolta saremo la sua ombra».