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sabato, 27 Luglio 2024

Asproni lascia: “Appendino non mi caccia, sono io che me ne vado”

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di Bernardo Basilici Menini

Quello che doveva sembrare un lungo braccio di ferro tra la giunta Appendino e la presidente della Fondazione Torino musei non ci sarà. Patrizia Asproni lascia. Dopo i ripetuti attacchi della sindaca, che l’aveva accusata di non aver comunicato con gli organi dell’amministrazione cittadina sull’ormai nota questione della mostra di Manet, la Asproni ha fatto un passo indietro ed ha annunciato le proprie dimissioni. Peraltro, poche ore prima del summit con Chiara Appendino, che avrebbe dovuto tenersi questa mattina nei locali del Comune, annunciando il tutto in un’intervista al Corriere della Sera.

«Non è lei che mi caccia – comincia la presidente della Fondazione – Tolgo il disturbo. È un problema di mancato rispetto, delle competenze e del lavoro svolto. E ormai anche di profonda sfiducia in questa amministrazione».

«Nonostante le mie incessanti richieste, non ho mai avuto un contatto diretto con la sindaca. Il problema è politico», continua Asproni, puntando il dito contro la prima cittadina, con la quale non sarebbe mai stato possibile avere un canale di comunicazione: «Il giorno della sua elezione le mandai un messaggio di felicitazioni con la richiesta di un incontro. Un altro il 19 luglio. Poi un altro, e un altro ancora. Nessuna risposta. Invitiamo Appendino alla presentazione del bilancio semestrale. La sindaca sarà presente, ci dicono. Ottimo. Chiamano per dire che ha un impegno. Spostiamo la data per permetterle di esserci. Alla fine ci fa sapere che non viene ma ci sarà Francesca Leon, assessore alla Cultura. Non si presenta neppure lei. Sconcertante. Maleducato e offensivo».

Entrando nel merito della questione Manet, la scintilla che ha definitivamente innescato l’incendio, la presidente della Fondazione ironizza: «La sindaca e i suoi collaboratori hanno affermato più volte il loro no alle cosiddette mostre blockbuster. E poi mi viene rimproverato, e in che maniera, di non fare una mostra blockbuster. Molto irrazionale. La reazione della sindaca risponde più alla tutela della sua immagine che non a quella della città».

Nelle battute di chiusura, Patrizia Asproni riassume tutta la propria amarezza rispondendo alla domanda sul mancato incontro faccia a faccia: «Avrei voluto farlo. Sarebbe stato tutto più semplice. Nei miei confronti c’è stato un pregiudizio che prescinde anche dai risultati ottenuti. Ho la mia dignità. Buon lavoro alla sindaca e tanti auguri a Torino. Ne ha bisogno».

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