di Moreno D’Angelo
Bruno Vespa presentando il suo libro “C’eravamo tanto amati” al Centro Congresso dell’Unione Industriale a Torino ha definito la sindaca di Torino, presente sul palco con Sergio Chiamparino e il direttore de La Stampa Maurizio Molinari, come il candidato premier ideale.
Il re di “Porta a Porta”, gran cerimoniere degli accordi politici nazionali, ha motivato le lodi a Chiara Appendino in quanto sotto la Mole il governo pentastellato non ha mai avuto particolari contestazioni. Una sorta di nuova pax veleggia sul “sistema Torino” sulla quale , come ammette la stessa Appendino, pesa la preoccupante piaga della disoccupazione giovanile. Una questione prioritaria da affrontare in prospettiva del ricambio generazionale guardando al futuro politico ed economico. In questa pax, a differenza di quanto avviene a Roma, la sindaca è forte di relazioni quanto mai positive e consolidate con tutti gli apparati economici e istituzionali che contano in città.
Appendino ha inoltre rivendicato il fatto di non aver mai ricevuto pressioni di sorta da parte del suo Movimento, nemmeno quando era consigliera comunale di opposizione. Un commento legato a quanto si sta registrando a seguito dei diktat di Beppe Grillo a Genova sul caso Cassimatis e non solo. «E’ sempre stato così per il nostro gruppo a Torino. Forse le regole qui sono diverse da quelle di Roma, Genova e Livorno». La sindaca ribadisce che: «Grillo e Casaleggio sono un supporto e non c’è nessuna ingerenza». In conclusione la sindaca ha ammesso di aver avuto difficoltà e «alcune cose le farei diversamente». Insomma Grillo su Torino ha un comportamento diverso anche in questo periodo in cui proprio l’ex comico in prima persona ha ripreso in modo forte l’impronta decisionista.