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giovedì, 12 Dicembre 2024

A Firenze è caccia al killer del crocifisso

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Giulia Zanotti
Giulia Zanotti
Giornalista dal 2012, muove i suoi primi passi nel mondo dell'informazione all'interno della redazione di Nuova Società. Laureata in Culture Moderne Comparate, con una tesi sul New Journalism americano. Direttore responsabile di Nuova Società dal 2020.

Ha un nome la vittima del killer del crocifisso. Si tratta di Andrea Cristina Zamfir, prostituta romena di 26 anni, trovata morta la notte tra domenica e lunedì sotto un cavalcavia in zona Ugnano, alla periferia di Firenze, dove la città lascia il posto ai campi incolti.
Nuda con addosso solo i calzini e un paio di scarpe da tennis. In ginocchio, con le braccia larghe e i polsi legati con un nastro adesivo a una sbarra di metallo, di quelle che delimitano il passaggio alle auto. Un chilometro più in là i suoi vestiti e la sua borsa con il cellulare che ne hanno consentito l’identificazione confermata poi dal confronto con le impronte digitali negli archivi della Questura di Firenze.
A ritrovare il corpo la mattina di lunedì è stato un contadino che lavorava i campi della zona, ma secondo le testimonianze di chi abita lì vicino intorno alle 23.30 della sera prima si sarebbero sentite urla e lamenti di cui nessuno si è preoccupato visto il continuo via vai di prostitute e clienti che da tempo ha esasperato i residenti, come dimostrano alcune scritte contro le lucciole fatto proprio sui muri di quel cavalcavia.
Sulle tracce del killer la stessa squadra del mostro di Firenze
Ed è proprio tra i clienti delle prostitute che per gli inquirenti, coordinati dal pm Paolo Canessa, lo stesso che indagò sul mostro di Firenze che dal 1968 al 1985 uccise otto coppiette, si deve ricercare l’assassino di Andrea. Perchè se c’è una certezza in questa vicenda è che non si tratta di un caso isolato. Vi sarebbe dunque un maniaco seriale che adesca, violenta e tortura le sue vittime.
Ma quello della scorsa notte però sarebbe il primo omicidio: il sospetto è che l’uomo non si sia accorto di aver ucciso la ragazza. Infatti, i segni sulle braccia della ventiseienne suggeriscono che abbia lottato e tentato di liberarsi da quella quella sbarra in cui era stata crocifissa ancora in vita. Mentre la stessa posizione in cui è stata trovata non avrebbe nessun riferimento rituale, piuttosto si pensa ad un gioco erotico a cui la vittima in un primo momento avrebbe acconsentito.
I precedenti sempre sotto il cavalcavia
Cercare i precedenti studiando le sue prossime mosse. Perchè per gli uomini della procura di Firenze il maniaco colpirà ancora e forse proprio sapere di aver ucciso la sua ultima vittima potrebbe accendere in lui nuove pulsioni.
Infondo, secondo quanto raccolto dagli investigatori in queste ore gli episodi analoghi sempre sotto quel cavalcavia non sono pochi e negli ultimi tempi si sarebbe registrata una vera e propria escalation.
Era il 28 marzo del 2013 quando una rumena di 46 anni veniva salvata dagli abitanti della zona. Nuda, con i polsi legati ad una transenna da del nastro adesivo: agli uomini del 118 e ai carabinieri che l’hanno soccorsa spiegherà di essere stata violentata e derubata da un cliente. Racconterà anche i particolari di quell’incontro: avvicinata nella zona delle cascine e portata sotto quel cavalcavia dove il rapporto sessuale si trasforma in improvvisa violenza. La donna darà anche un identikit del suo aggressore descrivendolo come un italiano tra i 50 e 60 anni, tarchiato e con pochi capelli, arrivato a bordo di una utilitaria chiara. Eppure dalle perquisizioni a casa di alcuni sospettati non sarebbe emerso nulla.
Però è all’inizio del 2014 che aumentano i casi: quattro mesi fa una prostituta viene sempre legata a quel palo ma da sola riesce a liberarsi, suona alla vicine case e chiede qualche vestito poi fugge. Un altro episodio un mese fa, di pomeriggio, quando una giovane è trovata nuda sotto il cavalcavia da alcuni passanti. E non si esclude che possano essere molte di più le vittime visto le testimonianze dei residenti che raccontano di sentire spesso rumori e urla notturne e considerato come è frequente che le violenze nell’ambiente della prostituzione non vengano denunciate dalle vittime.
Da Firenze a Prato
Ma il sospetto del pm Canessa è che il killer del crocifisso possa aver agito anche molto prima nel tempo e anche fuori Firenze, lontano da quel cavalcavia.
Così, passando in rassegna gli archivi della questura del capoluogo toscano l’attenzione cade su un caso del 2006, quando una tossicodipendente italiana viene trovata seminuda e con i polsi legati nei pressi del cimitero di Ugnano. Racconterà di essere stata fermata da un uomo che le ha offerto un passaggio ma che l’ha portata al cavalcavia dove è stata seviziata e derubata del cellulare. Allora le indagini si concentrarono su una presunta punizione legata al traffico di droga e fu trovato un sospetto in un rom cinquantenne prosciolto poi da ogni accusa.
Quindi, il maniaco avrebbe agito prima del 2013 e forse anche altrove. Infatti, al vaglio degli inquirenti vi sono quattro casi registrati a Prato tra il 2009 e il 2014: prostitute italiane e straniere violentate e derubate in zone dove la città lascia spazio alla campagna, tutte legate ai polsi con lo stesso nastro adesivo. Allora, però, erano state lasciate tutte in vita. Andrea è la prima donna uccisa dal maniaco toscano: una pura casualità o forse all’uomo la sola violenza non basta più e ha deciso di passare all’omicidio?

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