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venerdì, 6 Dicembre 2024

Caso Rear, 5 Stelle infuocano il consiglio regionale, Laus: “Accozzaglia di falsità”

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Una vera e propria santabarbara, che doveva esplodere e che alla fine è esplosa. La vicenda dei cinque lavoratori della Rear, cooperativa che fino a giugno scorso vedeva come numero uno il presidente del consiglio regionale del Piemonte Mauro Laus, licenziati ma riassunti per volere del tribunale. La vicenda è scoppiata a Palazzo Lascaris. Ad accendere la miccia i consiglieri del Movimento 5 Stelle i quali, «In solidarietà ai lavoratori ingiustamente licenziati dalla Rear,» hanno chiesto a tal proposito un ordine del giorno. Il documento pentastellato, che non è una vera e propria sfiducia nei confronti di Laus, procedura non prevista nel regolamento, è stato bocciato con 24 no e 9 sì, 3 astenuti e 7 non partecipanti al voto.
La discussione è stata a dir poco animata fino alla sospensione della seduta. Al centro di tutto il ruolo di Laus e la cooperativa che lui guidava, finita nell’occhio del ciclone anni fa per il licenziamento senza giusta causa dei dipendenti.
«Non possimao permettere, ha detto Francesca Frediani del Movimento 5 Stelle – che ditte che hanno appalti della Regione possano trattare i dipendenti come se non avessero diritti. Ci sono lavoratori assunti a condizioni inaccettabili – aggiunge la Frediani – che nemmeno sanno cosa sia l’articolo 18 e vogliamo che il Consiglio si esprima chiaramente a loro favore».
«Questo ordine del giorno – ha replicato Mauro Laus – non può essere votato perché è un’accozzaglia di falsità. Se fosse vero, significherebbe che in Piemonte non c’è nessun sindacato visto che non ho mai ricevuto una denuncia per comportamenti antisindacali».
Il capogruppo del Pd Davide Gariglio ha parlato di uso strumentale che si fa dei lavoratori da parte del M5s. Davide Bono, ex capogruppo pentastellato in Regione, ha alzato i toni della discussione, accusando la presidenza di non tutelare «Le prerogative del gruppo consigliare 5Stelle».
A questo punto la seduta è stata sciolta per alcuni minuti e quando le acque si sono calmate il voto dei consiglieri regionali ha bocciato il documento, come detto dei 5 Stelle.

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