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sabato, 27 Luglio 2024

Ztl, l’Area B di Milano che tanto piace ad Appendino e Lapietra non riduce lo smog

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Giulia Zanotti
Giulia Zanotti
Giornalista dal 2012, muove i suoi primi passi nel mondo dell'informazione all'interno della redazione di Nuova Società. Laureata in Culture Moderne Comparate, con una tesi sul New Journalism americano. Direttore responsabile di Nuova Società dal 2020.

Nel presentare il progetto “Torino centro aperto” la sindaca Chiara Appendino e l’assessora alla viabilità Maria Lapietra avevano strizzato l’occhio alla vicina Milano, per una volta non rivale rapace di eventi, ma modello di una nuova gestione del traffico automobilistico in città.

Infatti, il 25 febbraio scorso nel capoluogo lombardo è entrata in vigore la Ztl Area B. Mentre già l’accesso al centro cittadino era vietato la nuova Area B stabilisce il blocco dal lunedì al venerdì dalle 7.30 alle 19.30 anche per un’ampia fetta della cerchia urbana rendendo praticamente il 72 percento del territorio milanese auto-free e aggiudicandosi il primato di più grande Ztl d’Italia.

L’obbiettivo della giunta Sala è «abbattere le polveri inquinanti e a migliorare la qualità urbana» bloccando i veicoli più inquinanti come i benzina euro 0, e i diesel fino all’Euro 3 per il 2019 e dal 2020 anche gli Euro 4 per arrivare nel giro di dieci anni a un blocco totale. Secondo le stime dei tecnici progettisti Area B dovrebbe portare a 25 tonnellate in meno di Pm10 e a -900/1500 tonnellate di ossido di azoto.

Purtroppo però i primi dati non sono per niente trionfalistici e dimostrano che nelle prime settimane di introduzione della Area B nulla è cambiato per la quantità di polveri sottili in città. I dati vengono da Sos Traffico Milano che ha confrontato le rilevazioni di No2 e Pm10 in un periodo che va dal 10 febbraio al 9 marzo dimostrando come l’introduzione della Ztl non ha portato a nessuna diminuzione della concentrazioni delle particelle nocive nell’atmosfera.

Insomma, sembrerebbe che il progetto di chiudere il centro cittadino al traffico per avere meno inquinamento non funzioni, nemmeno in una città come Milano che può vantare un sistema di mezzi pubblici in superficie e di metropolitana molto più capillare di Torino. Eppure la sindaca di Torino Chiara Appendino ha difeso a spada tratta il progetto di un ingresso a pagamento per il centro cittadino per far diminuire il traffico. Ai commercianti in protesta sotto il Comune che la fischiavano ha dichiarato di «avere a cuore l’ambiente». Ma il dubbio che si rischi solo di spostare il traffico altrove senza diminuire l’inquinamento rimane. Anche perchè non esiste nessun studio tecnico sui dati dello smog nel centro cittadino e sui possibili rimedi, ma piuttosto si ragiona per sillogismi derivati dallo studio delle cellule telefoniche commissionato da Lapietra. L’analisi dei dati delle celle degli smartphone dei torinesi mostrano un aumento del traffico da e verso il centro: ne consegue, nel ragionamento fatto dall’amministrazione, che diminuendo i veicoli che viaggiano in centro diminuisce lo smog. Ma non si pensa che per non pagare la tassa di ingresso gli automobilisti possano scegliere altre strade, spostando il problema in altre zone senza risolverlo del tutto.

A confortare Appendino sono però le cifre che il Comune di Milano ha messo a Bilancio relative all’Area B dal momento che solo per il 2019 si prevedono incassi per sanzioni agli automobilisti che superano i varchi della Ztl pari a 1,85 milioni di euro. Magari i polmoni dei cittadini non ne beneficeranno ma le tasche comunali di sicuro si.

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