È ufficiale: vivo su Marte. E avendo chiesto lumi alle mie colleghe, dai loro sguardi ho capito che ci lavoro pure e che non sono solo su questo pianeta.
La colpa di non conoscere i Planet Funk è ancora più grave se si considera che mi spaccio per un esperto di musica d’autore italiana e che da tre anni conduco una trasmissione su una web radio che si chiama ”Vinile – È tutta musica leggera”. Eppure qualche artista e qualche gruppo che si sta facendo strada in questi anni mi capita di ascoltarlo: conosco i “Thegiornalisti”, i “Le luci della Centrale Elettrica”, mi piacciono i testi di Fedez, di Dente, la voce di Francesca Michielin, addirittura ho sentito parlare di Ensi che è nel cartellone del concerto di Capodanno della nostra città. Mi scuso per la mia ignoranza con il consigliere comunale di M5S, e con loro, ma io i Planet Funk non li conosco.
Tra l’altro sono subito andato su Wikipedia, fonte ufficiale dell’assessore Giusta e pertanto direi credibile anche per il consigliere Damiano Carretto, e da lì ho appreso che non sono in auge da vent’anni come lui afferma. Ma non è questo il problema. Il programma musicale che è stato annunciato per la notte del 31 è artisticamente e socialmente interessante e ha sicuramente una sua dignità: si rivolge ad un pubblico giovane, immagino quelli che solitamente festeggiano in piazza il Nuovo Anno, dà spazio a gruppi emergenti e ad artisti torinesi, Samuel, dei Subsonica che si sono separati momentanamente, è sicuramente un artista che “riempie” il palco.
Il problema è che non capisco il perché la si debba sempre buttare in caciara, se qualcuno si chiede chi siano i Planet Funk ci debba essere qualcun’altro che gli dà dell’ignorante e del marziano. Non era più semplice difendere la scelta sul piano politico, con un ragionamento e con argomentazioni politiche? Ma perché trattare i cittadini, come è già successo con la vicenda Manet, come trogloditi che non sanno e non capiscono? Se si riduce tutto ad un clima di tifoserie contrapposte questa città, culla del dialogo e del confronto, rischia tristemente di inaridirsi. Si chiede rispetto per le opinioni altrui, caro consigliere, e, come direbbe Fiordaliso, “Non voglio mica la Luna”.
Infatti, vivo su Marte.