20.4 C
Torino
sabato, 27 Luglio 2024

Vertice Ue, cala il sipario sul summit con la manifestazione nel centro di Torino

Più letti

Nuova Società - sponsor
Redazione
Redazione
Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

Mille persone si sono date appuntamento in piazza Sant’Ottavio alle 15, davanti all’università di Torino per protestare contro il vertice dei ministri europei del Lavoro. Un serpentone pacifico che lentamente si snoda per le vie del centro dietro allo striscione simbolo della protesta con parole chiare scritte bianco su rosso “contro il vertice dell’ipocrisia”. Un vertice che per i manifestanti «non serve a niente» e non dà risposte né soluzioni ai lavoratori e agli studenti che oggi nel capoluogo piemontese hanno deciso di protestare contro la precarietà e lo sfruttamento del mondo del lavoro.
Un corteo tutt’altro che violento come detto, tra cui giovani e studenti, ma anche disoccupati e i lavoratori dei sindacati Usb e Cub, che dall’università delle facoltà umanistiche ha percorso via Po fino ad arrivare in piazza Castello.
Qui i manifestanti si sono fermati osservando un minuto di silenzio per il commerciante morto la notte del 16 ottobre al Caat di Grugliasco per un infarto, durante lo sciopero dei facchini.
Prima ancora però, in una lunga lettera vengono ripercorsi i fatti del giorno precedente. Una mattinata ricca di proteste e scontri con le forze dell’ordine in piazza Castello duranti i quali il leader della Fiom Maurizio Landini, ha cercato di prendere le distanze da quello che accadeva a pochi metri di distanza, continuando il suo comizio davanti ai lavoratori, per poi giustificarsi con parole considerate «ipocrite» nella lettera letta al corteo.
Una tre giorni di protesta iniziata con lo sciopero ai mercati generali del Caat e non a caso fa tappa nel mercato più grande d’Europa di Porta Palazzo, tra la gente comune e i commercianti, tra «i cittadini martoriati dalle tasse, che di ministri rifugiati in un teatro non se ne fanno niente e che ogni giorno si sveglia all’alba per andare a lavorare, anche in condizioni di sfruttamento».
Non sono mancati i ringraziamenti nei confronti di Stefano De Cesare, figlio di Giuseppe, colpito da infarto due giorni fa al Caat, per aver dichiarato la fatalità della morte del padre.
Alla fine, il corte di ferma in Borgo Dora.
 
IMG_2527 IMG_2530 IMG_2532IMG_2541

- Advertisement -Nuova Società - sponsor

Articoli correlati

Nuova Società - sponsor

Primo Piano