Giuseppe Cannata, vicepresidente del Consiglio comunale di Vercelli, è indagato per istigazione a delinquere aggravata. L’esponente di Fratelli d’Italia si era reso protagonista alcuni giorni fa tramite i social di un post contro gay e lesbiche.
Cannata aveva condiviso un intervento del senatore Simone Pillon commentandolo “e questi schifosi continuano imperterriti, ammazzateli tutti ste lesbiche, gay e pedofili”. Post pubblicato il 21 luglio alle 19.17 ma cancellato poco dopo. Il politico vercellese, eletto un mese fa al rinnovo dell’amministrazione, era stato attaccato per queste frasi non solo dall’Arcigay Rainbow Vercelli-Valsesia, ma da gran parte del mondo politico e dell’associazionismo.
Anche il ministro della Sanità Giulia Grillo era intervenuta visto che Cannata è un medico, chiedendo che il suo Ordine professionale prendesse provvedimenti. Cannata si era giustificato parlando di un refuso e aggiungendo che aveva amici gay.
La leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni aveva preso le distanze dalle dichiarazioni del vicepresidente comunale ricordando che era stato eletto come indipendente nelle liste di FdI e non era mai stato iscritto.
Oggi la Digos di Vercelli, su ordine della Procura, ha perquisito l’ufficio politico di Fratelli d’Italia. Nonostante il messaggio, come detto, fosse stato cancellato gli investigatori ne hanno trovato traccia “consentendo di attribuire inequivocabilmente la responsabilità di tale esternazione alla persona sottoposta alle indagini” spiega la Questura in una nota.
Sulla vicenda è intervenuto anche il consigliere regionale del Partito Democratico Daniele Valle: «Io rimango veramente basito – ha detto – quando un linguaggio del genere viene utilizzato da un privato cittadino, figuriamoci se lo fa qualcuno che ricopre una carica pubblica! Bene che si sia aperta un’indagine tempestiva su questo consigliere, perché certi atteggiamenti fomentano un malsano clima di violenza e pregiudizi e offendono un’intera comunità che merita invece rispetto».
Valle ha poi lanciato un appello all’assessore ai diritti Roberto Rosso che aveva definito la frase di Cannata una leggerezza: «I ruoli istituzionali raddoppiano la responsabilità, per questo bisogna imparare contare fino a 100 prima di parlare/scrivere e chi proprio non sa farlo, farebbe prima a dimettersi».