Senza più diritti politici ma col potere di dare ancora consigli. Per di più richiesti e, pensate un po’, sul più scottante fronte aperto in Europa: la guerra di Putin in Crimea. Stiamo parlando – manco a dirlo – di un signore condannato ai servizi sociali per frode fiscale ed espulso dal Senato della Repubblica per indegnità morale meno di un anno fa. A questo punto persino il nome è superfluo. La notizia la dà, con un certo rilievo a pagina 2, il misurato giornale della Confindustria.
Secondo “Il Sole 24 Ore“, il premier Renzi s’è rivolto proprio a lui, Silvio Berlusconi, per capire cosa fare al suo primo vertice della Nato in Galles sulla precaria tregua tra Russia e Ucraina. Chi meglio dell’attuale assistente agli anziani di Cesano Boscone può spiegargli come trattare con Vladimir Putin? Dal quale ha ricevuto non solo il fatidico lettone per ospitare le sue Olgettine (forse con microspia incorporata). Dal nuovo zar di tutte le Russie lui ha avuto soprattutto il via libera alle joint ventures private (sue e dei suoi accoliti) sull’import del gas siberiano per scaldare gli italiani. Ricambiandolo con l’indirizzo del suo chirurgo plastico per un lifting facciale in salsa moscovita.
In undici mesi di volontario silenzio su questo blog, ne sono successe davvero tante. Il grande rottamatore ha seppellito l’ossuta classe dirigente del Pd di derivazione diessina, che proprio ieri l’ha ricambiato con un calcio negli stinchi del solito D’Alema. S’è impadronito prima del partito e poi del governo con un “uno-due” degno del miglior Cassius Clay, sloggiando subito dopo Letta nipote col celeberrimo tweet #Enricostaisereno. Ha vinto alla grande le elezioni europee di maggio e ha quasi demolito la Costituzione con una riforma del Senato che sarebbe bocciata al primo esame di diritto costituzionale di una qualsiasi università italiana pur se sostenuto dalla ministra col sorriso stampato. Tutto col contributo determinante della tessera 1816 della P2 di Licio Gelli.
Ecco. In un anno, sul fronte interno, è avvenuto tutto questo ed altro ancora. Il giovane “velocista” (copyright del professor Sartori) ha dettato almeno un titolo al giorno a quotidiani e tv, un profluvio di annunci con poca ciccia. Amplificati dal cicaleccio dei talk show in servizio permanente effettivo. Sul fronte europeo, in attesa di vedere i succosi frutti del più strombazzato “semestre italiano” di tutti i tempi, mancava ancora la prova Nato. Da qui il consulto con Berlusconi autonominatosi, nel 2010, “il più popolare leader politico europeo” qualche giorno prima che venisse seppellito da una risata di Angela Merkel e Nicolas Sarkozy.
A pensarci bene, un consulto di cui Italia ed Europa sentivano veramente bisogno.
dal blog Ad Altavoce