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sabato, 27 Luglio 2024

Tribunale di Torino: corto circuito tra diritti civili, legge e Sharia

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Redazione
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Superare la politica da slogan che lascia troppi buchi
Diciamolo subito: in uno Stato laico, con libertà di culto a tutti nel rispetto delle leggi, questa vicenda può creare un pericoloso precedente, che può mettere in discussione a 360 gradi i temi di diritto e fedi religiose.
Si parla tanto di diritti civili – quasi sempre giustamente – ma cosa succede quando la politica non riesce a evolversi coi tempi e a mettere delle regole certe?
Ma andiamo con ordine, spiegando gli avvenimenti: un trentenne immigrato, con regolare contratto di lavoro, ad Aprile è andato a processo a Torino per bigamia aggravata. Nel 2015 si sposò in Marocco con una connazionale e qualche mese dopo, senza che fosse compiuto “legalmente” il divorzio, sposò una italiana di 47 anni.
Dopo mesi di processo ed una richiesta di 8 mesi di reclusione da parte del PM (dovuto al presunto atto falso del divorzio al matrimonio precedente), il Tribunale di Torino lo ha assolto per “tenuità del fatto”. La motivazione? E’ abbastanza semplice (e per qualcuno inquietante): il certificato di divorzio non era falso, ma il Marocco aveva rilasciato un documento di divorzio basato sulla legge della Sharia, ovvero sulla sola parola del maschio della coppia contro la moglie, cosa che in Italia non è contemplata.
Sono quindi cadute le accuse di fronte all’appartenenza religiosa dell’imputato e della legge in vigore nel suo paese d’origine: essendo musulmano e, quindi, in virtù della legge islamica.
In tutto questo c’è un’altra grande stranezza nel processo: nessuna delle due moglie si è dichiarata parte civile.
Come finisce la storia? Il marocchino ha avuto intanto un figlio da una terza donna, sarà per lui quindi possibile sposarsi nuovamente, senza divorziare e senza il consenso della moglie?
La politica fatta solo di slogan e di prese di posizione dettate più dal rancore che dalla reale volontà di migliorare il futuro, sta lasciando grossi buchi e questa vicenda è solo un piccolo esempio, ricordiamoci che la Sharia colpisce le donne ma anche (per esempio) gli omosessuali… come si potrà far convivere tutti questi “diritti civili” senza che uno vada contro l’altro?
Ai politici l’ardua sentenza, di sicuro i problemi vanno affrontati molto più seriamente rispetto alle chiacchiere da social network.

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