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sabato, 27 Luglio 2024

Torino pride, Foglietta: “Da Fornari un attacco personale ingiustificato”

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di Bernardo Basilici Menini

Sarebbe uscita una frase pesante, a microfoni spenti, durante la seduta dello scorso lunedì del Consiglio comunale. Un’accusa che non ha lasciato indifferente la persona a cui è stata rivolta. Questa persona è la consigliera del Partito democratico Chiara Foglietta, che racconta come un membro della maggioranza, Antonio Fornari, mentre parlava, l’avrebbe accusata, né velatamente né delicatamente, di non essere credibile per via di un presunto conflitto di interessi. Veniamo ai fatti.

Nella seduta del consiglio era in discussione una mozione per il sostegno all’azione legale del Coordinamento Torino pride, da parte del Comune, contro Silvana de Mari per «diffamazione ed istigazione all’odio». La mozione era stata presentata alla fine del gennaio scorso, era passata nella commissione apposita, salvo poi non essere calendarizzata e quindi tornare in aula. La prima firmataria era la consigliera Pd Maria Grazia Grippo. Durante la discussione in Sala Rossa Chiara Foglietta è intervenuta, e qui il “fattaccio”.

Cos’è successo a quel punto consigliera Foglietta?

Durante il mio intervento Antonio Fornari, a microfono spento ha detto qualcosa come «ma ne parli proprio tu che sei stata la tesoriera del Coordinamento?». Sostanzialmente mi ha accusata di aver fatto una “marchetta” al Torino pride.

Questo perché lei era tesoriera dell’associazione?

Esatto. E l’accusa è assurda. Ho dato le dimissioni dai miei incarichi al coordinamento mesi e mesi prima delle elezioni, quando sono uscite le liste dei candidati alle elezioni comunali. Cosa che peraltro non era nemmeno prevista dallo statuto dell’associazione: l’ho fatta perché non volevo prestare il fianco del Coordinamento ai soliti attacchi e alle solite battute. Oltretutto, per intenderci, una “marchetta” è un qualcosa che si fa per soldi, per un interesse proprio, non per una battaglia politica. Se invece avessero discusso di dare fondi al Coordinamento non sarei intervenuta o sarei uscita dall’aula.

La faccenda, insomma, era legata a temi politici ampi.

Certo, era una questione legale che verteva sui diritti. Anche la sindaca si era espressa, su Twuitter, dichiarando appoggio e solidarietà al Coordinamento per quell’azione legale. Poi, l’impegno non può essere solo social, deve essere concreto. Visto questo e visto che ci precedenti in cui il Comune di Torino e la propria avvocatura hanno fatto di questi interventi, non vediamo perché non procedere anche in questo caso.

Tolta la questione politica, sarebbe stato un attacco personale, quindi?

Si, decisamente. Ormai siamo abituati agli attacchi del consigliere Fornari a tutto il Pd, spesso personali e non politici. Ha una forte veemenza contro il Partito democratico ormai nota a tutti. Fornari non si rende conto che è un consigliere comunale e che non deve entrare nella vita privata di nessuno. Vorrei ricordare, per esempio, che c’è un grosso precedente, quello della consigliera Montalbano e delle case popolari. La sua vicenda, anche privata, fu sbattuta su tutti i giornali. Ecco, io mi sono sempre rifiutata di fare una dichiarazione su quella faccenda. Tutto il Partito democratico non si è mai permesso di fare polemica, anzi, abbiamo deciso compattamente di non attaccare la consigliera. Questo gioco di fare due pesi e due misure sul conflitto d’interessi, sul pubblico/privato, proprio non va.

Alcuni esponenti della Giunta comunale e della Movimento 5 Stelle le hanno espresso la propria solidarietà.

Si. L’assessore alle Pari Opportunità Marco Giusta lo ha fatto su Facebook («Mi spiace per le parole volate in aula. La mia personale solidarietà. Spesso il livello di conflitto – da più parti – diventa davvero poco utile per la città», ndr), anche se avrei preferito se lo avesse fatto in aula. Lo stesso ha fatto il consigliere Francesco Sicari («Uscita infelice del mio collega. Che non condivido. Insinuare che si faccia tutto per marchette, può diventare deleterio per ogni forza politica, può diventare un boomerang, e ancora peggio abbassa sempre di più il dibattito politico», ndr). Altri consiglieri del Movimento 5 Stelle mi hanno scritto in privato per esprimermi la loro vicinanza. Come ho più volte detto, nelle file della maggioranza ci sono sicuramente alcune persone con cui è possibile avere un dialogo positivo e di fiducia. Altri fanno diversamente.

E la mozione che fine ha fatto?

Nella mattinata di lunedì i consiglieri di maggioranza sono venuti da noi e ci hanno chiesto di sospendere la mozione in aula, per aspettare il parere dell’avvocatura, dato che avevano dubbi sul fatto che si potesse fare o meno, ma noi abbiamo rifiutato, dato che c’era stato un mese per discuterla e tutto era rimasto fermo. Poi è stato proposto un emendamento per inserire il termine “eventualmente” in riferimento all’azione legale, cosa che secondo noi avrebbe potuto avere effetti distorsivi. Alla fine abbiamo deciso di aspettare il parere dell’avvocatura prima di procedere.

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