Per Giacomo Portas, parlamentare e fondatore dei Moderati, è ora di rimettersi al lavoro per la città: dopo mesi difficili nei quali l’emergenza sanitaria ha anestetizzato le competizioni e le riflessioni politiche sugli scenari futuri, si torna a guardare a una partita importante e fondamentale per Torino, quella delle elezioni del 2021.
“Era doveroso stare in silenzio in queste settimane – commenta Portas – Non è chiedendo le dimissioni di qualcuno che il problema viene risolto”. “Importante è stato, ed è tuttora, lavorare insieme per uscire da questo momento drammatico per il Paese: in questo momento il peggior nemico è il virus e ciò che lascia dietro di sé”. In questi giorni, le opposizioni in consiglio regionale, tra cui i Moderati, hanno chiesto una commissione di indagine sulla gestione dell’emergenza coronavirus.
I numeri del Covid ci consentono di riprendere, lentamente, la consuetudine. Quella della politica è fare strategia, creare scenari possibili.
Bisogna riprendersi, perchè la povertà e la crisi possono scatenare uno degli scenari peggiori: per questo è bene e urgente impostare una rinascita. Nel 2021 a Torino si voterà e non cambio idea sull’operato della sindaca Chiara Appendino, che ha fatto perdere alla città smalto, competitività, significato a livello nazionale. Ospitare le olimpiadi avrebbe concesso alla città e al Piemonte una vetrina eccezionale per rilanciarsi a livello mondiale ma, purtroppo, il consiglio comunale torinese governato dai cinque stelle a maggioranza unica, ha detto no all’evento. Questa è stata una scelta scellerata.
Il no alle Olimpiadi sembra una ferita che la città stenta a veder rimarginare.
Il paragone tra Milano che cresce, anche portando a casa le Olimpiadi, e che assumerà per quel periodo ttomila studenti lombardi e una città nella quale gli studenti saranno al palo, brucia. Tutto il mondo del volontariato che nel 2006 si era sviluppato ed era cresciuto intorno ai Giochi ha sviluppato una conoscenza e una capacità specifiche ma oggi si vede scippato ciò che lo ha reso famoso nel mondo.
La città frastornata pesantemente dalla quarantena sanitaria, corre il rischio di mancare la ripartenza?
La crisi di Torino è precedente al covid, è la città del nord più in difficoltà e questo era già da prima dell’esplosione del contagio da Corona virus. I motivi del declino sono da cercare da prima. Perdendo le occasioni di rilancio, la Sindaca ha buttato alle ortiche una grande occasione, proprio come furono i Giochi del 2006, che ci consentirono di investire e scoprire una nuova identità.
Ora l’identità sembra è quella di una città slow, green, che fa in bicicletta
Ci sono scelte folli, come il limite delle auto in alcune zone a 20km orari. Forse è il caso che qualcuno dica alla Sindaca che è una velocità impossibile da sostenere per molte automobili che non riuscirebbero a mettere nemmeno la seconda marcia. Sono scelte ridicole, che fanno ridere di Torino. Sta diventando una città di serie b, le città non si governano con gli slogan o le proteste.
Io ritengo che Torino sia una delle città più belle d’Italia, purtroppo governata da una persona incapace.
Usiamo la metafora calcistica. Lei presidente di una squadra che deve ambire al massimo campionato con questa città, da riportare in serie A. Da dove inizia?
E’ fondamentale costruire un’analisi che si sviluppi su una dimensione europea della città e che la renda competitiva, attraente e attrattiva per aziende e industrie anche internazionali, perché una città non può essere solo “bella” ma deve avere un’anima economica e produttiva vivace, creando possibilità di lavoro e occupazione. Per fare questo auspichiamo che nel centrosinistra ci sia l’idea per un sindaco capace di portare avanti un programma ambizioso con una squadra competente. Da qui al momento nel quale verrà scelto il candidato sindaco della città passerà ancora un po’ di tempo, ma sono importanti riflessioni e valutazioni, ricordando il grande spessore di uomini come Piero Fassino o Sergio Chiamparino che hanno governato questa città, dandole prestigio.
E’ però cambiata una generazione, e anche l’approccio alla politica è diverso.
Noi siamo il simbolo più longevo del territorio, siamo in campo da quindici anni, quando siamo nati nel 2005 c’erano ancora i Ds, la Margherita, la Lega nord di Bossi, il nostro simbolo è sempre uguale. E’ vero, è cambiata una generazione. Noi Moderati cercheremo di avere un sindaco in grado di rilanciare questa città: mi spiace per Chiara Appendino ma dovrà cambiare mestiere.
La possibilità che l’accordo Pd Cinque stelle nazionale si ripeta a livello locale, la preoccupa?
Faccio parte del centrosinistra ma non ho votato il governo con l’alleanza Pd Cinque stelle: voterò però certamente il decreto rilancio, perché quando si aiutano gli italiani non si può non votare. Credo però che si possa fare a meno di quei ministri che non hanno la caratura e la competenza per ricoprire i ruoli così importanti che sono stati loro affidati. Lo stesso dicasi per la città: Torino ha bisogno di capacità, di competenza e capacità. Per questo il centrosinistra dovrà trovare una figura capace di portare avanti un programma che rivendichi per la città il giusto spazio perso in questi anni.
Per salire in serie A c’è bisogno di una squadra. Italia Viva l’ha invitata a ragionare su una coalizione che vinca.
Nel documento di Davide Ricca, che ho apprezzato molto, ci viene riconosciuto il ruolo fondamentale per il territorio che abbiamo da quindici anni. Nella costruzione di una coalizione, noi ci saremo. L’Unione dei moderati potrà collaborare a creare una coalizione forte, aspettiamo il Partito democratico che faccia scelte e che proponga un candidato sindaco sul quale riflettere.
E’ scelta intelligente smettere di urlare e darsi da fare per rimettere a posto, con la cassetta coi giusti attrezzi, una città che in questi anni non è stata governata ed è allo sbando. E’ come mettere le mani su un’auto e dover sistemare tutto, dal motore alla carrozzeria, alle gomme. Per farlo ci vuole gente esperta.
Più volte lei sottolinea la necessità di competenza.
E’ finito il mondo grillino. Non sappiamo cosa i Cinque stelle saranno tra un anno, se ci saranno le stesse persone, se avranno lo stesso nome; vediamo a Roma che sono sempre contro tutto, dal Mes alla stabilizzazione dei lavoratori in agricoltura, questo decreto che doveva uscire ad aprile partirà tra fine maggio e giugno, solo a causa delle loro beghe interne.
Se invece il nome che verrà proposto non trovasse il vostro consenso?
L’augurio è che possa emergere un candidato condiviso nel centrosinistra, per il quale correre insieme. Da scegliere con primarie o come si converrà. Se il nome non dovesse trovarci d’accordo, i Moderati sono pronti a calare delle ottime carte sul tavolo. Abbiamo nomi eccellenti che hanno lunga esperienza e voglia di mettersi ulteriormente in gioco, come Silvio Magliano, ma penso anche a Silvia Fregolent o Carlotta Salerno. Voglio però auspicare che l’asso vincente per Torino lo si possa calare tutti insieme. Torino deve tornare in serie A.