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sabato, 27 Luglio 2024

Tff: De Bernardi tra prostituzione, Marx e tristezza di uomini perduti anche Ghezzi

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di Moreno D’Angelo
Ieri al Torino Film Festival al cinema Massimo di scena la pellicola “Hotel de l’univers” diretto dal regista Tonino De Bernardi. Un lavoro anomalo, originale che si sviluppa tra Torino, Parigi, Roma, San Paolo con un finale spirituale a Bombay. Un film particolare sul tema della prostituzione e del disagio esistenziale incentrato sulla figura di un vecchio magnaccia che ogni tanto cita spezzoni della vita di un Marx poverissimo. Un contrasto ma anche un ponte con il “valore” di questi nuovi disperati. Anime perse che vagano. Nessuna violenza o scena anche minimanente esplicita. L’unica cosa esplicita è la tristezza dei personaggi, il loro delirio, il loro vagare. Si alternano scene di bambini che aiutano la nonna a sistemare la legna in una cascina con dialoghi in piemontese a riprese reali di una manifestazione per il diritto alla casa casa per le strade di Roma. Alternato a dialoghi in bistrot parigini seguito da scene con il perenne inseguimento di una donna. Nel film appare anche Enrico Ghezzi in compagnia della protagonista Johana Preiss, attrice di origine marsigliese, e perfomer canora, che da tempo collabora con De Bernardi.
Una pellicola non facile che si interroga sul nostro vivere, sulla ordinaria quotidianità. Dove il dramma non è un episodio ma l’esistere. Una miscela in cui si legge in un mix volante e silenzioso di emozioni la complessità dell’io. Una miscela che per il regista va ben oltre un racconto o una storia in una sola città.
Una narrazione in cui anche muri “parlano” con un soffermarsi a murales e scritte.
Un crogiolo dove si mixano carnefici e vittime che passeggiano per le strade. Entrambi perduti nei loro ordinari deliri. Il sorprendente finale a Bombay è intitolato “La pesca miracolosa”. Poveri indiani tirano una rete sulla spiaggia ed ognuno raccoglie qualcosa tra pochi pesci e oggetti.
Un segno di speranza in cui nelle piccole cose si ritrovano segni e simboli di espressione individuale.
Nel dibattito Debernardi ha voluto sul palco al suo fianco tutto il numeroso staff, anche chi ha avuto ruoli minimali. Il regista ha ironizzato sulle persona che hanno abbandonato la sala: «Mi sono sentito più libero e potevo respirare.». Un clima familiare (vi era anche Giulietta figlia attrice), e scherzoso, che ha consentito approfondimenti sulle chiavi espressive della pellicola.
In conclusione è stato dato spazio anche alla presidentessa del Tampep Rosanna Paradiso (che ha avuto una piccola parte nella pellicola). Un associazione seriamente impegnata nell’aiuto a donne e persone vittime di tratta. L’anziano ma sempre dinamico regsta si appresta a realizzare una sorta di docufilm sulle donne che si rivolgono a questa associazione e sul loro modo di aiutarle.
Lo staff si è poi trasferito a La Vetreria dove si è svolto un concerto molto particolare con i vocalizzi della protagonista del film Johana Preiss , accompagnata dal mantra di due chitarre. Chiacchere e vino fino a tardi in un contesto friendly dove anche chi è apparso solo di spalle era presente. Lo chiamano cinema dell’utopia ma quanta umanità.
Il film non è proprio facile ma sa rapire l’attenzione ed incuriorise nei suoi continui voli da una città all’altra da una dimensione all’altra da un tempo all’altro superando gli schemi tradizionali narrativi. Non a caso tutto il percorso del regista lo ha visto protagonista del cinema indipendente e di sperimentazione. Insomma i lavori di De Bernardi sembrano non avere fine e proseguono e si sviluppano in diverse pellicole. L’Hotel de l’univers è di fatto un prologo di “Casa dolce casa” realizzato nel 2012. Il regista ha fondato la casa di produzione torinese Lontane Province Film, da lui stesso gestita a Casalborgone.
Moreno D’Angelo

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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