«Non ha ottemperato al suo mandato non fornendo i dati aggiornati relativi al traffico merci». È questa l’accusa che Movimento Cinque Stelle, Pro Natura Piemonte e il gruppo consigliare Buongiorno Condove hanno mosso nei confronti di Mario Virano, commissario straordinario di governo per la Torino-Lione, e che presenteranno alla Procura di Roma.
Sarebbe stata una posizione faziosa, quella di Virano, che «avrebbe fornito dati economici fuorvianti rispetto al progetto» e che «potrebbe aver indotto il decisore politico a scelte errate in quanto, in più occasioni, ha affermato che la rinuncia al progetto, ancorché in questa fase di studi e progettazione, avrebbe comportato per il nostro Paese un costo dovuto a penali di almeno 1,6 miliardi di euro».
Virano poi «non ha provveduto a riformulare la previsione della data di saturazione della linea attuale in modo che il decisore politico potesse attuare le corrette scelte in base all’obiettivo sancito dall’accordo istitutivo del progetto Torino-Lione». Ed è proprio la saturazione la vexata quaestio, l’ago della bilancia da cui dipende l’accordo sulla nuova opera firmato da Italia e Francia nel 2001 perché «l’entrata in esercizio della tratta comune dovrà avere luogo alla data di saturazione delle opere esistenti. Il modello previsionale utilizzato dal commissario e pubblicato dall’Osservatorio nel 2007 era basato su dati di trasporto del 2004 (143,9 milioni di tonnellate nell’arco alpino) e prevedeva nel 2012 che il traffico totale dell’arco alpino fosse di circa 190 milioni di tonnellate, in realtà è di circa 141 milioni di tonnellate, quindi non solo è inferiore di oltre il 30% a quanto previsto ma addirittura è diminuito rispetto al 2004».
Ma non solo. Il commissario avrebbe omesso altri dettagli, se si possono definire tali, importanti: «Il traffico è del 30% inferiore a quello previsto nel 2007 – dice Mario Cavargna, presidente di Pro Natura Piemonte – ma è addirittura diminuito rispetto al dato iniziale di dieci anni fa, 144 milioni di tonnellate di merci all’anno. Il commissario di governo non può e non deve fornire dati ed indicazioni tali da indirizzare le scelte dei decisori politici in senso contrario ai loro obiettivi e con danno economico per la nazione».
Virano «ha reiterato affermazioni sulla irreversibilità dell’opera che sono assolutamente fuorvianti per il decisore politico in quanto l’attuale fase di studio e progettazione ha proprio lo scopo d valutare la fattibilità dell’opera».
Secondo il legale Stefano Bertone «potrebbero ravvisarsi i reati di falso ideologico ed omissione in atti d’ufficio».
Virano aveva parlato anche di penali in caso l’Italia avesse fatto un passo indietro sulla linea ad alta velocità, ma «né negli accordi italo-francesi né nella decisione di finanziamento della Ue – dice Cavargna – si fa accenno a fantomatiche penali».
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