di Vanna Sedda
Il Super Bowl 2015 passerà alla storia. Non perché i Patriots hanno vinto a pochi secondi dalla fine. O perché Katy Perry, accompagnata da Lenny Kravitz e Missy Elliott, ha infiammato l’intervallo con uno show memorabile. Per la prima volta il Super Bowl è stato illuminato da 44.928 lampadine LED, che ne hanno fatto uno spettacolo ad alto risparmio energetico. Un primo passo verso un futuro sostenibile per l’evento più atteso dello sport americano.
L’edizione numero 49 della finale del campionato di football americano si è giocata poche ore fa sul campo dell’University Stadium di Phoenix. La struttura ha rinnovato lo scorso anno l’impianto di illuminazione: 312 proiettori LED hanno sostituito i precedenti 780 a ioduri metallici, permettendo un risparmio energetico di circa il 75%. Il consumo elettrico è infatti passato da 1,24 milioni di watt assorbiti dalle lampade alogene a 310.000 watt di potenza richiesti dalle lampadine LED. Costi significativamente ridotti quindi, anche perché durano di più e necessitano di una minore manutenzione.
Una svolta nell’efficienza energetica ed economica dello stadio, di cui ne ha beneficiato lo spettacolo della partita. La luce LED illumina quasi il doppio, riducendo le ombre e migliorando la visione dei giocatori in campo e dei telespettatori, e raggiunge appena accesa la piena intensità. Si è così potuto scongiurare quanto accaduto nel 2013 al Mercedes Superdome di New Orleans, quando un blackout aveva interrotto per quasi mezz’ora il gioco, perché le vecchie lampade necessitavano di 20 minuti per riscaldarsi.
Non è comunque una novità che i LED vengano utilizzati all’interno degli impianti sportivi, soprattutto in America e nel Nord Europa. E in Italia? Se neanche gli stadi di nuova concezione, come il Juventus Stadium, hanno adottato al loro interno questi moderni impianti di illuminazione, c’è comunque chi ci ha creduto e scommesso. E’ la Spal di Ferrara che, dallo scorso agosto, ha fatto del “Paolo Mazza” il primo stadio in Italia con illuminazione a LED. Segno che anche lo sport, e il calcio in questo caso, ha tutte le carte per ridurre il proprio impatto ambientale e rendere ogni singolo evento sempre più sostenibile.