“Foibe: nessuno spazio ai fan dei carnefici”: questo il testo dello striscione affisso dai militanti di CasaPound Torino nei pressi della sala comunale che ospiterà la conferenza sulle Foibe, definita da CPI negazionista.
«Il comune di Torino, nello specifico la Circoscrizione 3, permetterà che nei propri locali si consumi una vergogna incredibile: una conferenza a tema “foibe” organizzata dal centro sociale Gabrio, il che già è un ossimoro, conferenza in cui verranno esposte le tesi negazioniste del sedicente storico Eric Gobetti riguardo le atrocità perpetrate dai partigiani titini a danno degli italiani che abitavano le terre del confine orientale». A parlare è Matteo Rossino, responsabile provinciale del movimento della tartaruga frecciata, che continua: «Nella settimana che porta al Giorno del Ricordo la Appendino permette che in una sala pubblica venga insultata la memoria dei nostri connazionali condannati ad una fine atroce per mano degli sgherri dell’assassino Tito. Questa è un atto d’infamia incredibile ed inaccettabile. Evidentemente, a distanza di numerosi decenni, i massacri del fronte orientale gettano ancora imbarazzo su molti che tanto si sono impegnati a nascondere quanto successo».
Anche Marco Racca, coordinatore regionale di CasaPound, commenta la vicenda: «Tra il 1943 e il 1945 circa diecimila civili italiani furono massacrati, torturati e gettati, spesso vivi, nelle foibe dai partigiani di Tito, le donne italiane picchiate, violentate e uccise. È comprensibile come questo avvenimento storico possa essere molto scomodo per chi sempre si è schierato dalla parte dei partigiani titini e ancora oggi vorrebbe alimentare logiche da guerra civile. Questi sciacalli se ne facciano una ragione: il Giorno del Ricordo è stato istituito da una legge della Repubblica Italiana ed è dunque in linea con le fonti costituzionali da cui la Repubblica stessa è retta. La legge e la Costituzione non sono una banderuola da agitare schiamazzando solo a propria convenienza. Sarebbe inoltre opportuno – continua Racca – che l’amministrazione pubblica si informi su chi tiene le conferenze nei propri locali: Gobetti è un sedicente storico con pochissime pubblicazioni all’attivo, un bamboccio che nella vita ha mostrato più interesse a farsi immortalare col fazzoletto rosso al collo e pugno sinistro alzato dinanzi alla bara dell’assassino Tito che ad una reale ricerca storica. Ci aspettiamo un’immediata e tempestiva presa di posizione della sindaca Appendino, affinché i fan dei carnefici di donne, bambini e uomini innocenti non trovino spazio nella Torino del 2020».