Per lavorare in smart working da casa, la postazione è fondamentale. Tra gli effetti negativi che questa pandemia sta avendo nella vita delle persone, sembrano esserci anche dei lati positivi. La casa è sempre stata per gli italiani un luogo in cui rifugiarsi dopo il lavoro, tuttavia l’avvento della tecnologia e il miglioramento dei processi produttivi ha permesso a sempre più lavoratori di passare da un lavoro di tipo manuale ad uno di tipo digitale.
L’arrivo del Covid-19, dei lockdown e delle misure di distanziamento hanno portato molte attività hanno dover chiudere temporaneamente la sede della propria azienda, spingendo verso una direzione di lavoro in remoto che permettesse di continuare con il processo produttivo. Sebbene molte persone non condividessero questo nuovo modo di lavorare, perlomeno all’inizio, i dati confermano che questo cambiamento ha portato benefici da entrambe le parti.
Per le aziende italiane la produttività è salita dell’1.3% solo nell’anno 2020 contro un +0.5% nel periodo che va dall’anno 2014 all’inizio del 2020. Secondo i dati Istat la produttività del lavoro è aumentata marcatamente nel settore delle attività finanziarie e assicurative (6,3%), nei servizi di informazione e comunicazione, nel settore dell’istruzione, della sanità e dell’assistenza sociale (5,7%) e, in misura più contenuta, nelle costruzioni (2,8%).
Un aumento di questi settori non solo conferma una migliore efficienza nello svolgimento dei processi aziendali tramite la connettività e l’utilizzo dei computer, ma conferma anche una maggior serenità da parte dei dipendenti che, oltre ad aumentare la loro produttività nello stesso arco di tempo previsto dalla presenza sul posto di lavoro fisico, potendo scegliere prediligono adesso lo smart working. La ricerca Hybrid Living Futures sviluppata da Samsung, in collaborazione con The Future Laboratory, ha coinvolto 14.000 persone in tutta Europa rivelando che l’86% dei lavoratori che hanno sperimentato un lavoro ibrido, dove il lavoro tradizionale veniva affiancato da un lavoro di tipo virtuale, non volevano più tornare al modello lavorativo precedente. Questo grazie alla miglior flessibilità delle tempistiche che quest’ultimo garantiva.
C’è però un lato negativo del lavorare in remoto segnalato dalle persone, ovvero la mancanza di una tecnologia adeguata, o di una postazione efficiente, alle ore richieste dal datore di lavoro. Nasce così l’esigenza di crearsi un piccolo ufficio all’interno della propria abitazione in cui poter lavorare senza compromettere la propria salute. Tra i maggiori investimenti sostenuti dalle famiglie italiane ci sono quelle per pc portatili +70%, tablet +18.6%, stampanti +68%, tastiere +61%, webcam +297% e, in particolare, monitor di nuova generazione +120%, come il monitor Huawei MateView, acquistati per non affaticare la vista perché dotati della possibilità di regolare la luminosità dello schermo a seconda dell’ambiente circostante.
Per le famiglie che invece non possono sostenere queste spese nasce, in accordo tra il comune di Milano e Assolombarda, il progetto “Smart working community” che mira a portare una maggior comodità ai lavoratori della pubblica amministrazione offrendo degli appositi spazi adeguatamente predisposti per il lavoro in remoto all’interno delle aziende private Tim ed Enel, con lo scopo futuro di poter estendere questo progetto anche alle altre aziende.