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sabato, 27 Luglio 2024

Silvio Viale: “L'esclusione della Bonino è un aborto voluto dai Radicali e da Renzi”

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E’ rimasta fuori dalla squadra voluta da Renzi il Giovane. E lo ha saputo dalla televisione. Emma Bonino non sarà più ministro degli Esteri. Una notizia che le ha fatto ribollire il sangue nelle vene.
A Torino, a intervenire sull’esclusione della Bonino è stato Silvio Viale, presidente del Comitato Nazionale di Radicali italiani e consigliere comunale del capoluogo piemontese: «Detesto i piagnistei ipocriti del giorno dopo. La non riconferma di Emma Bonino è un aborto voluto dai radicali – dice – Esprimo la mia indignazione nei confronti del modo con cui i Radicali hanno remato contro Emma Bonino».
«Se si pensa – continua – che il governo Renzi sia un salto nel buio con melma e putrefazione come campeggia tuttora sul sito di Radicali italiani, bisognerebbe esprimere soddisfazione per esserne fuori. Se poi si aggiunge la questione pregiudiziale che sulla giustizia Renzi presceglie valori e metodi da regime anti-democratici, c’è da chiedersi perché ci si vorrebbe far parte e ci si lamenti per l’esclusione».
Viale tenta poi di consolare “l’esclusa”: «Siamo in molti a essere rimasti zitti per rispetto a Emma Bonino, l’antico sicuro che avrebbe voluto accompagnare il nuovo, e abbiamo sbagliato. Ora mi sembrano stonate tutte le osservazioni sulle reazioni all’estero, pur sapendo che la più giovane Federica Mogherini dovrà impegnarsi il doppio per non far rimpiangere la statura di Emma Bonino».
«Resta il fatto – spiega Viale – che stare fuori dal governo Renzi è un errore, come il tiepidume verso il governo Letta, e che la responsabilità dell’aborto, dell’Interruzione Volontaria di Governo, sia perlomeno da condividere tra Radicali e Renzi».
«Un aborto che Renzi avrebbe dovuto evitare – conclude – Io continuo a sostenere l’importanza della svolta che Renzi rappresenta nei fatti e non posso che amareggiarmi per l’assenza di Emma Bonino, che sui temi della libertà, delle riforme istituzionali, della giustizia e dei diritti civili avrebbe rappresentato qualcosa di più, che i meriti di un ottimo ministro degli Esteri».

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