Così la capogruppo M5S in Consiglio comunale a Torino, Valentina Sganga, e il presidente della Commissione, Roberto Malanca commentano quanto emerso in commissione Trasporti: “Gli scenari illustrati nel corso della commissione trasporti di oggi chiariscono definitivamente come per la linea 2 della metropolitana la strada più vantaggiosa sia quella di una realizzazione con risorse pubbliche e con una gestione del progetto definitivo da società comunali”.
Aggiungono Sganga e Malanca: “Noi lo avevamo detto fin dall’inzio che questa era la strada più sostenibile. A differenza dei desideri dei nostalgici del privato ovunque, anche nei servizi fondamentali, che nonostante il fallimento e la crisi generata dall’emergenza coronavirus continuano a tessere le lodi di strumenti finanziari che arricchiscono pochi e creano debiti sulle spalle di tutti, come abbiamo sentito oggi in commissione. Ora anche i numeri certificano quanto sostenevamo”.
“Siamo convinti che i lavori per la metro 2 debbano partire il prima possibile e da Torino nord. Siamo convinti che si debba cercare di arrivare al Politecnico per ragioni di sostenibilità dell’opera e per offrire ai cittadini fin da subito un tratto importante e maggiormente utile per la città”, dicono i pentastellati.
“La proposta elaborata dalla sindaca Appendino insieme all’assessora Lapietra, al Mit e a Cassa depositi e prestiti è un buon inizio viste le condizioni attuali e li ringraziamo. Siamo fermamente convinti che da qui al completamento dell’opera lo Stato trovi le risorse per coprire del tutto i costi dell’opera, e nel frattempo un mutuo a condizioni come quelle proposte da Cdp per le opere strategiche è un ottimo strumento per garantire il valore e il controllo pubblico di un’ infrastruttura indispensabile alla ripartenza della città e consentirne la partenza in tempi rapidi. Il tutto nel modo più sostenibile possibile, viste le possibilità della nazione in questa situazione”, concludono Sganga e Malanca
Ma sull’ipotesi mutuo i consiglieri 5 Stelle Viviana Ferrero, Daniela Albano e Damiano Carretto restano ancora dubbiosi, anche se non si può, questa volta, parlare di vera e propria spaccatura.