Di giorno camminano alla ricerca di qualcosa da mangiare, frugando nei cassonetti e facendo l’elemosina, ma di notte, quando cala il freddo, si rifugiano sotto i portici, nei vicoli bui e spesso nei parchi.
Sono i senzatetto di Torino, ombre che si aggirano per la città come fossero invisibili, spesso sfiorati e ignorati dai passanti, che al mattino, dopo aver passato una notte all’aperto, nascondono i propri giacigli per paura che la nettezza urbana glieli porti via. Cartoni e scatoloni apparentemente senza più utilità, sono per loro tra le cose più preziose.
Così, passeggiando nei Giardini Sambuy di piazza Carlo Felice, di fronte all’ingresso principale della stazione Porta Nuova, ecco che tra i rami di un albero spunta uno scatolone.
Letti improvvisati per la notte anche tra i rami dei roseti e tra i cespugli di uno dei tanti parchi torinesi, segno del passaggio di uomini spesso più simili a delle ombre.
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