Quattro avvocati torinesi lanciano un appello sul caso Sea Watch e sull’arresto della capitana Carola Rackete: »Chiediamo a tutti i colleghi di manifestare la loro disponibilità ad assistere chi, con la disobbedienza civile resiste alla violenza delle istituzioni». Con una lettera al presidente della camera penale del Piemonte e della Valle d’Aosta, gli avvocati Fulvio Gianaria, Alberto Mittone, Anna Ronfani e Nicola Gianaria, chiedono di prendere posizione: «Gli avvocati – scrivono – possono avere opinioni diverse sulle norme problema dei flussi migratori e sulle regole europee che dovrebbero organizzare le ricollocamento dei migranti, ma non possono intervenire sulla soluzione di problemi che devono essere risolti dai legislatori nazionali e sovranazionali».
Spiegano nella lettera: «Gli avvocati sanno però che quando le leggi internazionali del mare e l’etica comune dicono che le persone in pericolo devono essere soccorse, Indipendentemente dalle ragioni che hanno dato corso al pericolo, e devono essere ricoverata nell’approdo sicuro più vicino, nessuna legge o provvedimento locale può contraddire questi principi. Quando ciò avviene vanno condivise le ragioni di chi ritiene giusto disobbedire a queste leggi o provvedimenti».
«Chiunque rivendica la necessità di tutelare in ogni modo il diritto alla vita merita di essere tutelato e merita di essere assistito da chi professionalmente esercita la tutela legale. Per questa ragione chiediamo a tutti i colleghi di manifestare la loro disponibilità ad assistere chi, con la disobbedienza civile, resiste alla violenza delle istituzioni», concludono gli avvocati.