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sabato, 27 Luglio 2024

Scuola, docenti precari ancora senza nomine. Partito Comunista: “Meccanismo inceppato da politici incapaci”

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Redazione
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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

L’inizio della scuola porta con sé non solo le novità legate alla prevenzione del Covid ma anche vecchi problemi, come quello dei docenti precari che, soprattutto nella provincia di Torino, ancora oggi non sanno quale sarà il loro destino in questo anno scolastico. 

“L’ufficio scolastico sta procedendo con un metodo poco trasparente e in modalità online. Questa modalità sta ponendo seri problemi tecnici e rischia di mettere a repentaglio un intero anno di lavoro per molti docenti” denunciano dal Partito Comunista.

“Da diversi giorni i docenti organizzati nel Coordinamento Nazionale Precari Scuola, insieme a CUB, USB e COBAS, sono in presidio quasi permanente per richiedere uno spazio adeguato per svolgere nomine in presenza. Facendo pressione sul Comune e sulla dirigente dell’ufficio scolastico, Tecla Riverso, i docenti sono riusciti ad ottenere che le istituzioni facessero sopralluoghi per individuare questo spazio” spiegano ancora.

Tuttavia lo spazio inizialmente individuato nel Palaruffini non sarebbe adatto adeguato alle normative Covid. “Il CNPS non può che constatare l’incompetenza delle istituzioni, che per trovare soluzioni devono ricevere consigli dai docenti organizzati. I docenti aspettano ancora la risposta che avrebbero dovuto ricevere sta mattina. Domani alle 9 saranno di nuovo in presidio davanti all’USP”.

“Questa situazione – proseguono dal Partito Comunista – è un’ulteriore conferma dell’idea del Partito che centro destra e centro sinistra siano due facce della stessa medaglia. Queste forze politiche si rivelano incapaci di gestire la cosa pubblica, a livello nazionale così come a livello regionale. Pretendiamo più attenzione, più fondi e riforme strutturali per la scuola, per eliminare alla radice i problemi che ne inceppano il meccanismo”.

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