di Bernardo Basilici Menini
Il taglio di 250mila euro al canile di via San Germagnano contenuto nel bilancio della giunta Appendino non ha lasciato indifferente l’Ente nazionale protezione animali, che ha puntato il dito contro l’amministrazione pentestellata. Con la sforbiciata, dice l’Enpa, piove su una situazione già particolarmente complicata: «Provate a immaginare che dopo aver fatto mille calcoli e aver partecipato ad un appalto con pochi euro di margine solo per garantire agli animali continuità di trattamento, dopo pochi giorni dalla sottoscrizione vi dicano che il 20% dello stesso è un mattone. A Roma si chiamerebbe “sola”, a Napoli “pacco”, a Torino si chiama Movimento 5 stelle».
Con il bilancio ancora tagliato, insomma, si dovrà rinunciare a qualcosa di grosso: «Dal canto nostro non vediamo che la possibilità di soppressione di una decina di posti di lavoro e di molti servizi essenziali, nonché di elementi di contorno comunali che diverranno superflui. A meno che questa giunta la soppressione la voglia dei cani … e in quel caso saremo un osso duro». Insomma, un bello schiaffo, dice l’Enpa, a tutti quelli che avevano sperato nella Torino animalista targata M5S.
A stretto giro arriva la risposta, altrettanto dura, dell’assessora con delega alla Tutela degli Animali Stefania Giannuzzi, che accusa l’Ente di protezione animali di fare una polemica dai toni inaccettabili e la invita a «uscire dal canile».
«Il tono sollevato dall’Enpa nei confronti dell’Amministrazione comunale per gli annunciati tagli ai contributi per la gestione del canile sanitario ha raggiunto livelli inaccettabili, con insulti gratuiti rivolti alla Giunta e insinuazioni pesanti sulla presunta volontà di infierire sugli animali ospiti della struttura», dichiara Giannuzzi.
L’operato del Canile municipale, inoltre, non sarebbe sufficiente: «un canile pubblico deve porsi l’obiettivo della salute dei piccoli ospiti e il loro pronto inserimento in un contesto accogliente, ma soprattutto saper uscire dalle sue gabbie per cogliere i problemi nel territorio, là dove essi si manifestano, e trovare pronte soluzioni: un’azione preventiva in cui il canile è solo l’ultima possibilità da considerare».
Un canile, propone la Giannuzzi, con una vocazione diversa: «Vogliamo costruire e diffondere una nuova visione per favorire una convivenza positiva tra persone e animali sul territorio e superare una vecchia concezione del canile come luogo di ricovero e cura, per essere invece luogo aperto alla cittadinanza, dove sviluppare cultura, buone pratiche e innovazione a vantaggio, ovviamente, dei nostri amici a quattro zampe».
«Invitiamo dunque l’Enpa a costruire con noi questo percorso e a uscire dal canile, superando la polemica e mettendosi in gioco nel comune interesse della costruzione di una città a misura di cani, gatti e altri animali, cittadini anch’essi con propri diritti», conclude l’Assessora, con una risposta che difficilmente rassicurerà l’Ente che, con i tagli, prospetta pesanti riduzioni del servizio.