La sindaca Chiara Appendino ha partecipato questa mattina alla commemorazione dei martiri della Resistenza al Sacrario del Martinetto, in corso Svizzera. La prima cittadina ha ricordato Franco Balbis, Quinto Bevilacqua, Giulio Biglieri, Paolo Braccini, Errico Giachino, Eusebio Giambone, Massimo Montano, Giuseppe Perotti, gli otto membri del Cnl trucidati il 5 aprile del 1944 dai fascisti, nel poligono usato ai tempi della Repubblica di Salò per le fucilazioni. In quel luogo trovarono la morte 59 persone.
La sindaca ha speso parole commosse per ricordare gli otto partigiani: «Hanno lavato troppi anni di compromesso e di ignavia, scegliendo di seguire un preciso imperativo morale e rinnovando con coerenza, fino alle estreme conseguenze, la propria scelta. Siamo noi, oggi, a doverli ricordare e dover capire appiano il valore di quegli ideali».
Una memoria, quella dei fatti di quegli anni, che troppo spesso viene dimenticata: «Per molti torinese questi otto nomi e cognomi altro non sono che ponti, scuole, vie e corse – prosegue Appendino – che se le loro ultime parole vengono spesso lette in tutta Italia, il 25 aprile, per parlare del Paese libero in cui ci è stato dato in sorte di vivere. Uomini e ragazzi trascinati da una profonda e genuina carica ideale in un contesto nel quale molti cercavano innanzitutto di salvarsi la pelle senza farsi troppe domande».
La memoria di quegli anni, dice la sindaca, non deve sparire: «Saranno in molti quelli che avranno tra le mani l’eredità resistenziale delle persone che siamo qui a ricordare, oggi. Saranno i nostri nonni, i nostri genitori, a ricevere in dote un paese diverso, una democrazia che, con tutti i suoi limiti, spetta a noi riempire di senso».